10/05/2022 - 13 paesi dell’Ue dichiarano la loro opposizione alla modifica dei Trattati.

Quasi metà dei Stati membri si è opposta all’avvio di una procedura per cambiare i trattati che regolano il funzionamento dell’Unione. Il documento congiunto è stato reso noto nel giorno della Festa dell’Europa.
 
Un gruppo di 13 Paesi europei - Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Svezia e Slovenia - si oppone alla modifica dei Trattati europei. Da quanto emerge da un documento informale, diffuso dopo la chiusura dei lavori della Conferenza sul futuro dell'Europa a Strasburgo, avviare un processo per cambiare i Trattati sarebbe "sconsiderato e prematuro" e rischierebbe "di togliere energia politica all'importante compito di trovare soluzioni alle domande dei cittadini" e "alle sfide geopolitiche urgenti che l'Europa deve affrontare", scrivono le capitali.
 
Nel documento congiunto i 13 Paesi definiscono la Conferenza sul futuro dell'Europa "un esercizio democratico senza precedenti" ma ricordano che "la modifica dei Trattati non è mai stata uno scopo della Conferenza" e "ciò che conta è affrontare le idee e le preoccupazioni dei cittadini". "Le idee presentate dovrebbero meritare un serio seguito" e "non dovrebbero essere strumentalizzate per servire speciali interessi istituzionali", precisando che "ciascuna istituzione" europea seguirà "le proprie regole procedurali" e "le regole concordate della Conferenza". "Ricordiamo inoltre che ogni decisione sarà presa nell'ambito della ripartizione delle competenze" delle diverse istituzioni Ue "stabilita dal Trattato e nel pieno rispetto di principi cardine quali sussidiarietà e proporzionalità", si legge ancora nel documento.
 
"Sebbene non escludiamo alcuna opzione in questa fase, non supportiamo tentativi sconsiderati e prematuri di avviare un processo di modifica dei Trattati", evidenziano ancora i Paesi, secondo i quali "la gestione delle crisi da parte dell'Ue negli ultimi anni - inclusi il Covid e l'aggressione della Russia contro l'Ucraina - ha mostrato chiaramente quanto l'Ue può portare a compimento nell'ambito dell'attuale quadro dei Trattati. Abbiamo già un'Europa che funziona. Non abbiamo bisogno di affrettarci in riforme istituzionali per ottenere risultati".
 
A favore della modifica dei Trattati si era espresso Mario Draghi, che di fronte alla plenaria di Strasburgo, il 3 maggio, aveva dichiarato: "Mai come ora i nostri valori europei di pace e solidarietà hanno bisogno di essere difesi. Mai come ora questa difesa è per i singoli Stati molto difficile e lo diventerà sempre di più. Se questa difesa prevede un percorso che porti a una revisione dei Trattati che lo si abbracci con coraggio e fiducia". Il 4 maggio il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione per chiedere al Commissione per gli affari costituzionali dell’Unione di preparare delle proposte per riformare i Trattati Ue, per ottenere una "più profonda integrazione politica e una democrazia genuina".