13/01/2022 - Bei: "Pil tornato a livelli precrisi, possibili rischi su ripresa asimmetrica".

Secondo il Rapporto sugli investimenti 2021-2022 , possibili strascichi nel medio-lungo periodo per imprese e Paesi.
 
"Dopo quasi 2 anni dalla pandemia che ha colpito l'Europa, il Prodotto interno lordo (Pil) reale dell'Ue è tornato ai livelli precedenti alla crisi. Grazie alla rapida risposta politica, su larga scala e globale, la crisi sembra avere lasciato meno cicatrici di quanto inizialmente temuto". Lo scrive Debora Revoltella, direttore del dipartimento economico della Banca europea degli investimenti (Bei) nel Rapporto sugli investimenti 2021-2022.
 
La resilienza di imprese e posti di lavoro all'eliminazione graduale dei sostegni però "deve ancora essere testata, e ulteriori cicatrici possono ancora diventare evidenti". Tuttavia "a livello macroeconomico, permangono incertezze sull'effetto delle nuove ondate di pandemia e l'eventuale eliminazione graduale delle misure economiche di emergenza in tutta Europa". In futuro potrebbe quindi perdurare "il rischio di una ripresa asimmetrica per i singoli, le imprese e i Paesi", aggiunge Revoltella.
 
"Con il Pil dell'Unione europea quasi di nuovo a livelli pre-pandemici, il normale quadro di bilancio dell'Ue è destinato ad applicarsi dal 2023 in poi - segnala la Bei nelle conclusioni del testo. "La questione chiave è come evitare che alcuni Paesi operino drastici tagli alla spesa e agli investimenti se costretti a rispettare le regole del debito e del deficit del patto". "La trasformazione verde e digitale" - segnala la Bei - "richiede ingenti investimenti pubblici, ma in passato gli investimenti pubblici sono stati spesso vittime del consolidamento fiscale.
 
Il rapporto Bei segnala poi come i Pnrr non rappresentino "solo una fonte di finanziamento per gli investimenti, ma anche uno strumento per coordinare le priorità politiche, ad esempio fissando soglie minime per investimenti digitali e green". A questo si aggiungono le riforme strutturali incluse in molti piani. "Affinché il sostegno dell'UE abbia gli effetti desiderati, i governi devono avere la capacità tecnica necessaria per il successo dei progetti - afferma il rapporto. Data l'entità dei fondi e la brevità del periodo di ammissibilità i Governi saranno sottoposti a forti pressioni per pianificare, attuare e valutare i loro investimenti. L'attuazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici dimostra che l'assistenza tecnica può svolgere un ruolo importante nel garantire il successo degli investimenti".