Con 109 reattori in 13 Stati, il nucleare rappresenta il 25% dell'energia prodotta nel'Unione.

Sono ben 13 gli Stati membri dell’Ue con produzione di elettricità nucleare (Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Repubblica ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svezia), per un totale di 109 reattori attivi. Chi ha annunciato di voler uscire dal nucleare è Berlino, e anche il Belgio è alle prese con lo spegnimento delle sue centrali e il passaggio a idro-elettrico e gas.
Guardando al peso del nucleare sull'energia prodotta dai singoli Paesi Ue, Eurostat segnala che nel 2020 è la Francia che risulta il primo Stato membro per funzionamento da reattori (67% di tutta l’elettricità generata nel paese nel 2020). L’unico altro paese dell’Ue con più della metà della propria elettricità generata nelle centrali nucleari è la Slovacchia (54%). Ma questa fonte è importante anche in Ungheria (46% del totale), Bulgaria (41%), Belgio (39%), Slovenia (38%), Repubblica ceca (37%), e Finlandia (34%). Poi Svezia (30%), Spagna (22%), Romania (21%), Germania (11%) e Paesi Bassi (3%).
Gli schieramenti sono equilibrati in termini numerici. Il numeri dei pro è pari a quello dei contro, tanto che la Commissione europea continua a rinviare la decisione sulla tassonomia, l’insieme dei criteri che stabilisce cosa è inquinante e cosa no. Con un’Unione divisa risulta quindi abbsstanza difficile muoversi politicamente.
