Ritardo nelle previsioni della Commissione Ue: il commissario Breton aveva posto come deadline il 14 luglio.

L’ottimismo iniziale per l’immunità di gregge non aveva fatto i conti con le nuove varianti del Coronavirus, in particolare la Delta, che risulta più contagiosa del 60% rispetto alle altre: più aumenta la contagiosità del virus più cresce la percentuale di popolazione che serve per raggiungere l’immunità di gregge, anche se finora non ci sono stati numeri certi su quanto debba essere questa percentuale per raggiungerla. L’unica certezza è che la doppia dose è necessaria per una risposta più efficace contro la variante Delta.
Il raggiungimento di questo traguardo - non scontato, se si pensa alle difficoltà iniziali osservate nel 1° trimestre 2021 a causa di mancate consegne e difficoltà organizzative - non deve distogliere l’attenzione dal fatto che ci sono forti divergenze territoriali nei tassi di vaccinazione anche dentro l’Ue: più di un Paese non ha ancora raggiunto nemmeno il 50% di quanti potrebbero vaccinarsi, a causa di una forte esitazione alla vaccinazione (vedi Bulgaria e Romania). Mentre diversi Stati membri si stanno già organizzando per la somministrazione della terza dose a partire da settembre, c’è una parte non indifferente della popolazione che ancora non ha ricevuto la prima.
Dalla commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, la promessa è che l’Ue continuerà “a sostenere in particolare quegli Stati membri che continuano ad affrontare sfide. Dobbiamo colmare il divario immunitario e chiudere la porta alle nuove varianti e per farlo, le vaccinazioni devono vincere la corsa alle varianti. I nostri sforzi per aumentare ulteriormente le vaccinazioni in tutta l'Ue proseguiranno senza sosta", ha aggiunto.