Raddioppiato il contributo dell' Ue nell'iniziavitva Covax, da 50o milioni a 1 miliardo.

Il messaggio dei leader dei 7 Paesi più industrializzati del mondo è chiaro e unanime: serve accelerare nella produzione, distribuzione e inoculazione dei vaccini anche nei Paesi in via di sviluppo. Dei 7,5 miliardi di dollari stanziati, l'importo più imponente arriverà dagli Stati Uniti per un totale di 4 miliardi, l'Ue ha raddoppiato il suo contributo per 1 miliardo di euro e la Germania stanzierà ulteriori 1,5 miliardi. Anche l'Italia sta lavorando a un nuovo contributo da destinare al meccanismo Covax Allo strumento aderiscono 191 Paesi, 92 dei quali sono economie a basso e medio reddito idonee a ottenere l’accesso ai vaccini Covid-19 attraverso questo meccanismo e la maggior parte di questi si trova in Africa.
Oltre ai nuovi fondi, la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha annunciato altri 100 milioni di euro in aiuti umanitari per la campagna di vaccinazione in Africa, mentre il presidente francese Emmanuel Macron aveva anticipato in un'intervista la proposta di destinare ai Paesi in via di sviluppo il 3-5% delle scorte occidentali. Il capo dell'Eliseo ha quindi incalzato l'Europa e gli Stati Uniti a donare "il prima possibile" 13 milioni di dosi all'Africa affinché possa immunizzare, e mettere al sicuro, i suoi 6,5 milioni di operatori sanitari.
La riunione ha segnato il debutto internazionale di Mario Draghi come premier italiano, di Joe Biden come presidente statunitense e di Yoshihide Suga alla guida del Giappone. Draghi sottolinea il valore della salute come bene pubblico globale, che deve essere regolato da norme condivise e principi trasparenti: una priorità nell'agenda del G20 a guida italiana, che ha già in programma il Global Health Summit il 21 maggio a Roma, e che ora guarda con interesse alla proposta del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres di istituire una 'Task Force di emergenza G20' che sviluppi un piano vaccinale globale.