I Paesi hanno ripristinato controlli dentro lo spazio di libera circolazione "a causa" Covid-19 (Ungheria, Danimarca, Norvegia, Finlandia) o per minaccia terroristica (Austria, Germania, Svezia, Francia).

I 4 Paesi menzionati sopra hanno ripristinato restrizioni con tempistiche diverse: l‘Ungheria prevede controlli dal 31 ottobre al 29 novembre; la Danimarca – che “prevede di revocare le restrizioni a tutte le frontiere intere non appena la situazione lo consentirà” – dal 12 novembre all’11 maggio 2021; la Norvegia dal 12 novembre al 9 febbraio 2021; infine, la Finlandia dal 23 novembre al 13 dicembre.
In questo momento non è però solo il Covid-19 a minare il principio della libera circolazione dentro l’area. I recenti attacchi terroristici in Francia e Austria hanno spinto altri governi a ripristinare controlli contro la “minaccia terroristica” e “movimenti secondari” dentro l’Ue, ovvero spostamenti irregolari da un Paese all’altro senza che ci siano dovuti controlli: parliamo nello specifico di Austria (dal 12 novembre al 11 maggio 2021) che contro “movimenti secondari e rischio connesso ai terroristi e alla criminalizzata” ha reintrodotto controlli ai confini terrestri con Slovenia e Ungheria; la Germania (dal 12 novembre all’11 maggio 2021) per “movimenti secondari” al confine terrestre con l’Austria, dopo evidentemente l’attacco a Vienna di fine ottobre; la Svezia (dal 12 novembre all’11 maggio 2021) sempre per minacce terroristiche con restrizioni che “possono riguardare tutte le frontiere interne”; la Francia (dal primo novembre al 30 aprile 2021) per la “minaccia terroristica continua”.
Intanto, il 30 novembre è previsto il primo Schengen Forum organizzato dalla Commissione europea per cominciare a discutere con gli Stati membri di come modificare le regole attualmente in vigore dentro l’area: i governi europei sperano di poter rafforzare i controlli ai confini esterni dell’Unione europea per garantire più sicurezza anche a quelli dentro l’Ue.