L’alto rappresentante Ue: "Bisogna rendere l’Europa più forte e autonoma".

Il rapporto dipinge un quadro di debolezza della difesa in Europa, già noto in parte, caratterizzato da alti livelli di frammentazione – determinata da diversità dei tipi di strumenti militari utilizzati e anche livelli diversi di modernizzazione -, mancanza di coerenza e bassi investimenti nella cooperazione. Necessari “sforzi continui per un lungo periodo di spesa, pianificazione e cooperazione per la difesa” per superare “la costosa frammentazione”, si legge nel rapporto, e creare maggiore interoperabilità a livello militare.
“Il nostro settore della difesa è ancora troppo frammentato e necessita di maggiore convergenza”, ha riferito Josep Borrell, alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza che ha presieduto la riunione dei 27. Intensificare gli sforzi per una migliore capacità di difesa, servirà anche a “rendere l’Europa più forte e più autonoma”, aggiunge. Dopo quattro anni di ostilità verso la NATO da parte del presidente uscente degli Stati Uniti, Donald Trump, l’Ue è sempre più alla ricerca di una propria autonomia per essere meno dipendente dagli USA anche per risolvere le crisi nel suo vicinato.
Durante la riunione sono state approvate anche delle conclusioni sulla revisione strategica della cooperazione strutturata permanente (PESCO) che valuta i progressi compiuti e fornisce orientamenti per i prossimi anni (2021-2025) sugli obiettivi politici, gli incentivi e i progetti. Le conclusioni sottolineano “la necessità di rispettare gli impegni più vincolanti e di raggiungere “risultati concreti e tangibili entro il 2025” che si dovrebbero concretizzare in un pacchetto di forze per aumentare la capacità militare dell’Ue.