04/11/2020 - Brexit: Londra ignora la procedura dell’Ue, Bruxelles pronta a nuove azioni.

Nessuna risposta all’avvio di procedura di infrazione per la legge sul mercato interno, considerata lesiva degli accordi di recesso.
 
"Non abbiamo ricevuto alcuna risposta dal Regno Unito a seguito dell'apertura della procedura di infrazione, con una lettera di messa in mora, inviata il 1 ottobre con cui si chiedevano chiarimenti sull'Internal market Bill. Valutiamo i prossimi passi da fare, compreso il secondo passo dell'iter, con un parere motivato". Così riporta un portavoce della Commissione Ue. Il Regno Unito ha avuto 1 mese di tempo per rispondere con osservazioni alla lettera di costituzione in mora sul contestato progetto di legge sul mercato interno inviata dalla Commissione europea. Il termine ultimo era fissato per il 2 novembre.
 
La lettera di costituzione in mora è il primo stadio della procedura d’infrazione, nel caso specifico aperta contro Londra per violazione degli obblighi dell’accordo di recesso, firmato il 24 gennaio 2020 dalle parti. Secondo la Commissione, la legge sul mercato interno – per cui il team von der Leyen aveva già chiesto di rimuovere alcune parti più controverse – ha rimesso in discussione gli impegni di Londra sull’accordo di recesso dall’Unione, ne costituisce una violazione “estremamente grave” ed è in “totale contraddizione con il protocollo sull’Irlanda del Nord”. L’Ue adesso deve decidere se protrarre lo scontro giuridico.
 
L’invio di un parere motivato darebbe a Londra fino a 2 mesi di tempo per rispondere alle richieste europee. Si metterebbe ulteriore pressione al governo di Boris Johnson, che rischia un deferimento alla Corte di giustizia dell’Ue, ultimo stadio in caso di continua risposta mancata.
Nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, l’accordo di recesso prevede che l’Ue possa trascinare Londra davanti alla Corte fino al 31 dicembre 2024, nel caso in cui ci siano state violazioni del diritto dell’Unione avvenute prima della fine del periodo transitorio, previsto fino al 31 dicembre di quest’anno.