11/06/2020 - Allargamento Ue per l'adozione della moneta unica in sospeso almeno fino al 2022.

Sono queste le conclusioni nell’ultimo rapporto di convergenza della Commissione Ue.
 
Per l'entrata di nuovi Stati membri nell'Eurozona si dovrà attendere ancora. I 7 Paesi impegnati giuridicamente ad adottare la moneta unica (Bulgaria, Croazia, Polonia, Repubblica ceca, Romania Svezia, Ungheria) e oggetto delle periodiche valutazioni della Commissione Ue non hanno ancora tutte le carte in regola per entrare a far parte dell’area euro. Sono 4 i criteri economici per poter adottare le moneta unica dell’Unione europea: stabilità dei prezzi, finanze pubbliche “sane e sostenibili”, stabilità del tasso di cambio, tassi di interesse a lungo termine non superiori di 2 punti percentuali rispetto al tasso dei 3 Stati membri che hanno conseguito i migliori risultati in termini di stabilità dei prezzi.
 
L’ultimo rapporto sulla convergenza indica che “nessuno degli Stati membri soddisfa il criterio del tasso di cambio, in quanto nessuno di essi è membro del meccanismo di cambio (ERM II)”. Questo implica che non è possibile attendersi una diffusione delle moneta unica in nuovi Stati membri dell’Ue in tempi rapidi. “Sono richiesti almeno due anni di partecipazione al meccanismo senza gravi tensioni prima di aderire all’area dell’euro”. Nello specifico emerge che Croazia e Svezia soddisfano il criterio di stabilità dei prezzi, mentre Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Polonia e Svezia soddisfano il criterio relativo alle finanze pubbliche. Ancora, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Polonia e Svezia soddisfano il criterio dei tassi di interesse a lungo termine. Manca il quarto criterio.
 
Bulgaria e Croazia dovrebbero comunque essere i prossimi ad abbracciare l’area euro. “La relazione sulla convergenza mostra progressi incoraggianti da parte di alcuni paesi”, sottolinea Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea. “Un importante trampolino di lancio su questo percorso è l’adesione all’ERM II, che Croazia e Bulgaria si stanno attualmente preparando a fare. Accogliamo con favore gli sforzi di entrambi i paesi nei suoi confronti, e come sempre la Commissione è pronta a sostenere gli Stati membri”.