Sono queste le conclusioni nell’ultimo rapporto di convergenza della Commissione Ue.

L’ultimo rapporto sulla convergenza indica che “nessuno degli Stati membri soddisfa il criterio del tasso di cambio, in quanto nessuno di essi è membro del meccanismo di cambio (ERM II)”. Questo implica che non è possibile attendersi una diffusione delle moneta unica in nuovi Stati membri dell’Ue in tempi rapidi. “Sono richiesti almeno due anni di partecipazione al meccanismo senza gravi tensioni prima di aderire all’area dell’euro”. Nello specifico emerge che Croazia e Svezia soddisfano il criterio di stabilità dei prezzi, mentre Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Polonia e Svezia soddisfano il criterio relativo alle finanze pubbliche. Ancora, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Polonia e Svezia soddisfano il criterio dei tassi di interesse a lungo termine. Manca il quarto criterio.
Bulgaria e Croazia dovrebbero comunque essere i prossimi ad abbracciare l’area euro. “La relazione sulla convergenza mostra progressi incoraggianti da parte di alcuni paesi”, sottolinea Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea. “Un importante trampolino di lancio su questo percorso è l’adesione all’ERM II, che Croazia e Bulgaria si stanno attualmente preparando a fare. Accogliamo con favore gli sforzi di entrambi i paesi nei suoi confronti, e come sempre la Commissione è pronta a sostenere gli Stati membri”.