Le parti sociali risponderanno entro il 4 settembre 2020 alle domande poste dalla consultazione.

La Commissione sta prendendo in esame strumenti di tipo sia legislativo che non legislativo, in particolare una direttiva in materia di condizioni di lavoro e una raccomandazione del Consiglio. Questa seconda fase di consultazione sarà seguita da negoziati tra le parti sociali al fine di concludere un accordo a norma dell'art. 155 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) o dalla presentazione di una proposta da parte della Commissione europea.
Proprio i trattati prevedono la possibilità legale e giuridica di intervento. L’art.153 del trattato sul funzionamento dell’Ue offre la possibilità di adottare una direttiva nel settore delle “condizioni di lavoro” per stabilire requisiti minimi vincolanti per l’attuazione da parte degli Stati membri. La direttiva lascerebbe agli Stati membri spazio per decidere in che modo attuarli e non toglierebbe la libertà degli Stati membri e delle parti sociali di stabilire il livello dei salari minimi.
La Commissione precisa che non intende fissare un salario minimo uniforme a livello europeo, né armonizzare i sistemi di determinazione dei salari minimi. Ogni eventuale misura, si legge, verrebbe applicata in modo diverso in funzione dei sistemi e delle tradizioni dei singoli Stati membri nella determinazione dei salari minimi, nel pieno rispetto delle competenze nazionali e della libertà contrattuale delle parti sociali.
Il documento della seconda fase di consultazione illustra le possibili modalità in cui l'Ue può intervenire per fare in modo che i salari minimi siano fissati a livelli adeguati e tutelino tutti i lavoratori. La contrattazione collettiva deve svolgere un ruolo determinante, come evidenziano le risposte delle parti sociali alla prima fase di consultazione. L'iniziativa dell'Ue intende pertanto garantire che: i salari siano determinati grazie a una contrattazione collettiva ben funzionante; i quadri nazionali consentano la determinazione e l'aggiornamento periodico dei salari minimi legali sulla base di criteri chiari e stabili; le parti sociali siano effettivamente coinvolte nella determinazione dei salari minimi legali per garantire la loro adeguatezza; siano eliminate o limitate le variazioni e le esenzioni a livello di salari minimi; i quadri nazionali in materia di salari minimi siano effettivamente rispettati ed esistano meccanismi di controllo.