Gli Stati a ottobre potranno presentare le loro proposte per la ripresa. Ma l'ok della Commissione sarà necessario per ricevere i soldi, che verranno erogati a rate soggette al raggiungimento degli obiettivi.

Gli aiuti annunciati dalla Commissione europea non pioveranno però dal cielo. L’esecutivo Ue, la cui proposta è ora al vaglio dei 27 Governi, intende infatti fare leva su queste risorse per “sostenere le riforme e gli investimenti a più lungo termine, in particolare nelle tecnologie verdi e digitali, con un impatto duraturo sulla produttività e sulla resilienza dell'economia dell’Unione”. È quanto si legge in nuovo documento adottato da Palazzo Berlaymont, presentato alla stampa dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni.
I fondi saranno distribuiti agli Stati secondo una chiave di ripartizione che tiene in conto il Pil pro capite, la disoccupazione e la popolazione, e serviranno a finanziare investimenti pubblici e riforme scelti dagli Stati ma indicati dalla Ue. Il commissario all'Economia Paolo Gentiloni assicura che "non ha a che fare con condizionalità e intrusione di Bruxelles, è volontario, gli Stati membri si assumono la responsabilità della propria crescita".
L’esecutivo europeo intende quindi collegare i finanziamenti per la ripresa dalla crisi alle sue raccomandazioni ai Paesi membri, assegnando a questi l’onere e il diritto di fare proposte per ricevere sussidi o prestiti. Ma il via libera arriverà comunque da Bruxelles, che esaminerà i progetti di riforme senza garantire il disco verde a tuttii progetti di ripresa. “L'erogazione del contributo finanziario - si legge tra le note - seguirà il completamento degli obiettivi concordati con lo Stato membro interessato”. Il che significa, spiega il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, che “gli Stati dovranno proporre dei target”, la cui conformità con le raccomandazioni Ue verrà verificata all’inizio del programma.
Il piano dovrà essere coerente con gli obiettivi comuni europei, cioè gli investimenti in digitale e green economy, e dovrà dare attuazione alle raccomandazioni che ogni anno la Commissione indirizza a ciascun Paese a maggio, nell'ambito del Semestre europeo, cioè il ciclo di sorveglianza dei conti. Raggiungere i target, o obiettivi, sarà essenziale per lo Stato che chiede risorse all’Ue per ricevere le successive tranche di finanziamenti. L’approvazione del singolo piano di ripresa non comporterà quindi l’erogazione dell’intera somma richiesta dal Paese membro. I Governi nazionali, secondo lo schema approvato dalla Commissione, potranno presentare i piani di ripresa ad aprile o ad ottobre.