Grandi passi, ma ancora non c'è la leadership dei colossi USA e cinesi.

Tuttavia, secondo l'esecutivo Ue, sono necessari ulteriori sforzi per trasformare i risultati della ricerca in soluzioni sostenibili per il mercato nonché "per costruire un forte Spazio unico europeo della ricerca" e aumentare l'efficacia dei sistemi di ricerca pubblici. Nel rapporto si evidenzia in particolare la necessità di politiche per promuovere le competenze digitali e tecnologiche dei ricercatori, la condivisione scientifica e assicurare gli investimenti per infrastrutture di dati di alta qualità. L'analisi presenta raccomandazioni per politiche basate su tre pilastri di ricerca e innovazione su: uno spazio sicuro e equo, leadership globale, impatto economico e sociale.
La ricerca e l'innovazione guida i 2/3 della crescita della produttività in Ue. L'Europa è al top nelle pubblicazioni scientifiche, ma è ancora lontana dal divenire leader globale nel digitale. Le aziende di intelligenza artificiale sono ancora soprattutto americane e cinesi. In Italia il contributo della trasformazione strutturale alla crescita della produttività è quasi nullo, si legge nel rapporto. Inoltre l'Ue è al top nella ricerca e innovazione per la transizione green, ma ha bisogno ancora di 100 miliardi all'anno per raggiungere l'obiettivo del 3% del Pil in investimenti per lo sviluppo e la ricerca, la percentuale più alta la raggiunge per ora il Giappone (3.26%), seguito dagli USA (2.83%), l'Ue e la Cina (2.19%).
Infine, per quanto riguarda le aziende che si occupano di intelligenza artificiale quelle Ue sono il 19% delle imprese mondiali, le americane il 32%, le cinesi il 23% e 7 su 10 delle più grandi società tecnologiche per capitalizzazione sono sempre cinesi o americane.