Il processo decisionale è fermo: manca ancora il nominativo del candidato romeno e c'è il caso del commissario britannico.

Venerdì von der Leyen ed il leader dell'Eurocamera, David Sassoli, si sono incontrati, per mettere a punto un possibile calendario e chiudere i lavori entro il 1 dicembre, salvo imprevisti di nuove bocciature. Ma se la Francia nei giorni scorsi ha designato l'ex ministro dell'Economia Thierry Breton, e l'Ungheria l'ambasciatore presso l'Ue, Oliver Varhelyi, il candidato romeno manca ancora. Proprio oggi gli occhi sono rivolti verso Bucarest, dove il Parlamento voterà la fiducia al governo del conservatore Ludovic Orban (Pnl-Ppe). Se ci sarà un via libera, il nome del nuovo commissario potrebbe arrivare a von der Leyen oggi stesso.
A preoccupare è anche il caso britannico. La nuova proroga concessa a Londra fino al 31 gennaio, per quanto flessibile (il Regno Unito ha cioè la possibilità di uscire anche prima di quella scadenza), impone la nomina di un commissario, fino a quando il Paese resterà membro dell'Ue. "Sono in corso contatti tra le autorità britanniche e la presidente eletta", ha spiegato il portavoce Mamer, che tuttavia non è voluto entrare nei dettagli su come si intenda risolvere la questione. Altra incognita è il possibile conflitto di interessi per il candidato francese Breton, amministratore delegato della società di informatica Atos. Nel caso di una nuova bocciatura all'Eurocamera, si aprirebbe una probabile crisi interistituzionale nell'Ue.
Quel che è sicuro è che la prossima sarà certamente una legislatura europea contraddistinta dall’assenza di una maggioranza chiara e, dunque, da incognite politiche, secondo la commissaria uscente alla Concorrenza, Margrethe Vestager, una dei tre super-vicepresidenti della prossima squadra. "Non abbiamo scelta: a seconda dei dossier inviteremo i gruppi a collaborare e chiederemo i loro voti”, anticipa la responsabile Antitrust. “Non porteremo in Aula proposte ‘prendere o lasciare’” perché non sarebbe sostenibile, la Commissione rischia seriamente di sconfitte politiche in Parlamento.