Ambiente

Risparmiare acqua attraverso una condivisione intelligente
Gli strumenti di informazione ambientale sono molto richiesti, ma non sempre disponibili o accessibili. Ciò è dovuto in parte ad una grande dispersione di materiale potenzialmente utile e la mancanza di informazioni su come applicare realmente gli strumenti disponibili ad un costo accettabile.
Il progetto SWITCH-ON, iniziato a novembre 2013, sta promuovendo l'uso degli "open data tools" per supportare l'uso sostenibile delle risorse idriche. L'approccio open data si basa sul fatto che alcune informazioni dovrebbero essere liberamente disponibili a tutti senza restrizioni.
 
Il team crede che sfuttando il potenziale degli open data, sia possibile migliorare le informazioni sulle disponibilità idriche, portando i servizi ambientali più efficienti e una migliore gestione dei problemi ambientali. Dato che è incentrato sull'acqua, si spera che il progetto possa ispirare la condivisione della conoscenza ambientale e sociale in altri settori, dimostrando che l'apertura e la collaborazione può portare a innovazione.
 
"Questo portale sarà il primo one-stop shop dove si potranno trovare diversi tipi di informazioni e gli utenti in un unico luogo", spiega il coordinatore del progetto Berit Arheimer, responsabile della Swedish Meteorological and Hydrological Institute (SMHI).
 
L'innovazione aiuterà anche a promuovere nuove opportunità di business e di crescita facilitando lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi basati sui principi della condivisione delle informazioni. PMI e fornitori di servizi dovrebbero essere in grado di accedere a nuovi mercati, aumentare le loro competenze e ottenere una produzione più efficiente a causa di collaborare all'interno ACCENSIONE.
 
"Attualmente stiamo sviluppando il portale www.water-switch-on.eu", dice Arheimer. "Questo conterrà 14 nuovi prodotti per aiutare a rendere la gestione delle risorse idriche operativa, tutti basati sugli open data. Per garantire la corretta attuazione, ciascun prodotto prevede un business plan dettagliato e una stretta collaborazione con le nominati gli utenti finali."
 
Il portale istituirà anche un mercato virtuale, con prodotti e servizi per gestori delle risorse idriche. Un luogo di incontro dove i visitatori potranno avere un dialogo sullo sviluppo del prodotto: "Vogliamo ci sia dialogo tra decisori politici, manager, sviluppatori di prodotti e ricercatori", spiega Arheimer.
 
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Valorizzare il potere dell'Osservazione della Terra per lo sviluppo economico
Il progetto EOPOWER mira a sensibilizzare decisori ambientali sugli usi della Osservazione della Terra (EO) per la capacity building. Rafforzare il ruolo delle EO nella politica ambientale contribuirà infatti allo sviluppo economico sostenibile a livello globale e anche a salvare vite: grazie a dati satellitari, i decisori riusciranno a comprendere le misure più efficaci per attenuare catastrofi naturali.
 
Questa pratica comporta il monitoraggio e/o lo studio di una zona, oggetto o fenomeno, che include l'utilizzo di dati raccolti dai satelliti, ma anche le osservazioni in situ su terra, mare e in aria. Esso fornisce i dati indispensabili per supportare i processi decisionali a livello locale, nazionale, regionale e globale. I prodotti EO vanno da semplici strumenti di osservazione terrestri ai sistemi satellitari complessi.
 
L'attività principale di EOPOWER è la commercializzazione e la promozione dei prodotti EO in aree del mondo in cui il loro uso può essere sfruttato al meglio. Il progetto si rivolge a otto regioni - Africa meridionale, l'Africa francofona, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, la Polonia e l'Ucraina, la Turchia e paesi di lingua turca, Balcani, la regione del Mar Nero, America Latina e Caraibi.
 
L'applicazione più importante è GEONetCab, che ha prodotto gli studi globali e regionali di marketing, testi di storia di successo, kit di strumenti di marketing e prezioso feedback da attività di promozione e progetti quick-win.
 
Nicolas Ray, EOPOWER coordinatore del progetto presso l'Università di Ginevra. "Abbiamo costruito il portale capacity building GeoNetCab e sviluppato l'Earth Observation Capacity Building Portal (GeoCaB), che dà accesso ad un catalogo di centinaia di risorse di sviluppo di capacity building diEO. GeoCaB è ora GEO (Group on Earth Observations), un portale per l'accesso facilito per la scoperta e l'utilizzo di tale materiale per il capacity building."
 
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Preservare semi per la sicurezza alimentare e la conservazione delle specie
Il cambiamento climatico sta influenzando la vita delle piante in tutto il mondo, con effetti potenzialmente disastrosi per entrambe le specie selvatiche e agricole. EcoSeed sta studiando l'impatto delle alte temperature e siccità sulla qualità del seme, al fine di sviluppare tecniche per la conservazione delle piante selvatiche e per garantire la resa delle colture.
 
Il lavoro di progetto non solo migliorerà la comprensione di ciò che provoca il fallimento della semina, ma contribuirà allo sviluppo di selezione, stoccaggio e germinazione dei semi. EcoSeed sta scavando in profondità nei processi biochimici, biofisici e molecolari ancora poco compresi, dallo sviluppo sulla pianta madre fino alla germinazione.
 
Il team EcoSeed sta quindi studiando quattro specie vegetali: coltivazioni commerciali di orzo, girasole, cavolo, nonché una seconda specie di cavolo: l'Arabidopsis - a lungo utilizzata come organismo modello per la biologia delle piante e primo impianto ad aver al suo interno un genoma sequenziato.
Determinando il rapporto di causa ed effetto tra i fattori ambientali e la salute di semi, i risultati dei ricercatori EcoSeed forniranno importanti nuove informazioni a cui beneficieranno sia gli ambientalisti, sia settore agricolo.
 
In un ambiente controllato, i ricercatori stanno sottoponendo le piante madri a stress ambientali e utilizzando analisi avanzate di trascrittomica, proteomica e metabolomica per studiare come lo stress influisce su geni, ormoni, proteine, composizione chimica e metabolismo dei semi della pianta. Gli studi sono rivolti anche all comportamento di alcuni fattori durante lo stoccaggio, come concentrazioni di temperatura, umidità e ossigeno.
 
Per far capire l'importanza della ricerca si prenda ad esempio i semi dormienti: essi non germinano fino a che non arriva la primavera. Questa importante caratteristica è controllata da ormoni vegetali e composti di segnalazione per tutto il ciclo di vita del seme, ognuno dei quali può essere influenzato da stress ambientali, come ad esempio un inverno eccezionalmente caldo.
 
Il loro lavoro contribuirà direttamente nei processi di stoccaggio di semi utilizzati dalle banche del seme tra i partner del progetto IPK Gatersleben in Germania, la più grande banca di geni agricoli nell'UE e ai Royal Botanic Gardens nel Regno Unito, che mantiene la più grande banca di geni per specie di piante selvatiche a livello globale.
 
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Un occhio locale sui cambiamenti climatici
Come può il cambiamento climatico influenzare le comunità e come si può far fronte? Per preparare la strada ad un servizio di clima europeo in grado di rispondere meglio a queste domande, il progetto ECLISE ha sviluppato servizi climatici locali, individuando dati di cui gli stakeholder locali hanno bisogno.
"I dati sui cambiamenti climatici sono impossibili da analizzare da utenti non scientifici - renderli accessibili era il nostro lavoro principale", spiega il coordinatore del progetto Roeland van Oss del Royal Netherlands Meteorological Institute.
 
Per studiare strategie di modellazione e di comunicazione, ECLISE ha creato in Europa 26 servizi locali incaricati di aiutare gli utenti a prepararsi ai possibili impatti dei cambiamenti climatici nelle loro regioni. Il progetto è dislocato in Grecia, IItalia, Paesi Bassi, Norvegia, Romania, Svezia e Regno Unito e ha sviluppato ogni servizio come le associazioni di allevamento o aziende di acqua, aiutandoli a pianificare le sfide tipiche che l'Europa si aspetta che i cambiamenti climatici per creare.
 
Il team ha scoperto che gli utenti volevano previsioni di eventi mirati, come ondate di calore o cambiamenti climatici a lungo termine su scale molto grandi.
In particolare, si è scoperto che i modelli che prevedono cambiamenti a scala verso il basso per 10km2 sono particolarmente adatti per lo studio del clima per gli stakeholder locali.
 
Una parte importante dell'approccio di ECLISE per individuare le buone pratiche per i servizi climatici è stato il "learning by doing". Piuttosto che imporre un modello teorico top-down, ogni servizio locale era un caso di studio in fase di sviluppo dall'utente. Per mantenere un elevato livello tecnico, sono stati utilizzati dati in input provenienti da istituti di ricerca leader nel mondo sul clima, i modelli climatici dell' International Panel for Climate Change (IPCC).
 
Van Oss ritiene che sia utile coinvolgere nel progetto gli utenti sin dalla fase di progettazione, e anche dare loro la leadership dei futuri progetti simili. questo può aiutare i ricercatori a capire meglio le limitazioni e le incertezze degli utenti e di creare un rapporto di fiducia: "I servizi devono essere credibili e legittimi, gli utenti hanno bisogno di sostegno e impegno ed i servizi devono cambiare con le esigenze degli utenti nel corso del tempo. "
 
Si prevede, inoltre, che i dati generati dal progetto potrebbero aggiungere alla ricerca sul clima più ampio. "Questo tipo di lavoro sta continuando con l'iniziativa Copernico ed è una priorità per la Commissione europea."
 
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Trasformare l'acqua di mare in acqua potabile
Il mondo ha bisogno di più acqua potabile, senza danneggiare gli ecosistemi e il mare è una possibile fonte. L’”Intergovernal Panel on Climate Change” prevede infatti che il 60% della popolazione mondiale non avrà abbastanza acqua entro il 2050. Per ridurre la pressione sulle risorse di acqua dolce, l’acqua di mare desalinizzata sarà quindi una preziosa fonte di acqua potabile.
 
Tuttavia gli atutali filtri hanno i loro problemi: si intasano con i microscopici residui marini, generano rmolti rifiuti e hanno bisogno di grandi quantità di energia per funzionare correttamente. Il progetto NAWADES sta sviluppando una membrana filtrante di dissalazione a lunga durata che resista ai residui marini.
Steffen Schütz, direttore delle nuove applicazioni sulle filtrazioni del partner Mann + Hummel GmbH spiega: "L'interesse è quello di vedere come possiamo migliorare il processo di desalinizzazione dell'acqua e l'economia di desalinizzazione, riducendo l'energia e prodotti chimici necessari."
 
Per fare questo, il team ha esaminato tutti gli aspetti della dissalazione dell'acqua di mare e ha sviluppato nuovi materiali per membrane e rivestimenti che utilizzano nanotecnologie per resistere alla formazione di residui. Il team ha modificato le membrane, aggiungendo un rivestimento di biossido di titanio su nano-scala che reagisce con la luce solare per abbattere la materia organica che si deposita sulle membrane. Poiché il sistema di filtro è modulare, i gestori degli impianti possono anche aggiungere più membrane per maggiori volumi di filtraggio dell'acqua.
 
NAWADES stima che i suoi filtri potranno durare fino a otto anni ed aumenterà la loro sostenibilità, dato che la desalinizzazione con i filtri creerà residui di sale solido, che è più facile da smaltire. La tecnologia autopulente delle membrane si traduce inoltre in risparmio per i gestori degli impianti, che possono ridurre la quantità di sostanze chimiche necessarie per pulire i filtri inquinanti e i costi di manutenzione.
 
Nel complesso per gli impianti di desalinizzazione, i costi potrebbero scendere di circa il 20% a meno del 0,30 € / m3 di acqua prodotta, secondo le stime. Il progetto condivide ora alcuni dei suoi risultati in pubblicazioni tecniche e scientifiche ed in seguito il partner Knowledge Innovation Market (KIM)  esaminerà le possibili opportunità di business, con mercati di destinazione da definirsi per l'intero consorzio per ciascuna delle nuove tecnologie.
 
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Preservare la biodiversità d'acqua dolce
Fiumi, laghi e altri habitat di acqua dolce coprono solo l'1% della superficie terrestre, ma ospitano il 30% di tutte le specie di vertebrati e il 40% di tutti i pesci. Eppure specie di acqua dolce sono in calo molto più velocemente rispetto a quelli che vivono in mare o sulla terra. Che cosa sappiamo circa la biodiversità dei nostri habitat d'acqua dolce e sulle potenziali minacce?
 
Non molto, questa è la risposta. Il progetto BioFresh è il primo grande tentativo di mappare la diversità d'acqua dolce in tutto il mondo. In circa quattro anni, il consorzio di 18 partner ha raccolto informazioni da numerosi studi precedenti per quantificare modelli e tendenze di biodiversità nell'acqua dolce e aumentare la consapevolezza sula diversità dei nostri fiumi, laghi e zone umide.
 
"L'obiettivo principale è stabilire un controllo di qualità rigoroso per i dati che abbiamo compilato", spiega il coordinatore Klement Tockner dell'Istituto Leibniz di Ecologia delle acque dolci e pesca nelle acque interne di Berlino. Uno dei prodotti più importanti, accessibili attraverso la piattaforma consultabile online è "Global Freshwater Biodiversity Atlas", che mappa la distribuzione di oltre 13.000 specie in 819 bacini idrici che coprono l'80% della superficie terrestre.
 
Il team BioFresh ritiene che i dati di progetto saranno preziosi per un approccio più sistematico per la conservazione e il ripristino degli habitat di acqua dolce. "Per esempio, abbiamo istituito una banca dati di tutte le principali dighe idroelettriche che sono in costruzione o in progetto", dice Tockner. "Questi dati possono aiutare a quantificare le conseguenze ecologiche, sociali ed economiche di queste dighe e di supporto decisionale su dove costruirle".
 
Anche se BioFresh è finito in aprile 2014, il lavoro è ancora in corso. "I partner selezionati coinvolti nel progetto stanno utilizzando le loro risorse istituzionali per mantenere aggiornata la piattaforma informativa d'acqua dolce, tra cui il portale di dati e l'atlante", dice Tockner.
 
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Ripulire gli oceani dai rifiuti marini
Il mare è una risorsa importante per tutti noi. I robusti ecosistemi marini sono di vitale importanza sia per un pianeta sano sia per il benessere umano in generale. Tuttavia, i rifiuti sono una minaccia per l'ambiente marino, al punto che l'ONU l'ha ritenuta una tra le più importanti questioni ambientali emergenti del nostro tempo.
 
Nonostante la portata del problema, i rifiuti marini sono ancora un fenomeno poco compreso. Ecco dove entra in gioco il progetto CleanSea: utilizzando un vasto approccio interdisciplinare, tra cui competenze in aree come la ecotossicologia, modellazione oceanografica, immagini satellitari ed analisi economiche e politiche, il suo obiettivo è stato quello di capire le cause e l'impatto dei rifiuti marini ad un nuovo livello.
 
Per il coordinatore Dr. Heather Leslie, dell'Istituto per gli studi ambientali della VU University di Amsterdam: "Essere interdisciplinari è fondamentale. Il progetto comprende da pescatori a tecnici, fino alle ONG - persone che normalmente non avrebbero nulla a che fare l'uno con l'altro". Assemblando un team di tali ambiti diversi, l'intenzione era quella di aprire nuove prospettive e sfidare i modelli esistenti di pensiero.
 
Tra gli aspetti di rifiuti marini che hanno bisogno di essere meglio compresi c'è la proporzione di rifiuti che viene riversata in mare rispetto alla quella che arriva fino al mare da terra - per esempio da zone costiere popolate o via fiume. Un altro è il ruolo delle "microplastiche", ovvero minuscole particelle di plastica (meno di 5 millimetri), estremamente resistenti alla biodegradazione.
 
Secondo il Dr. Leslie, l'economia è al centro della questione. "E' qui che i politici hanno un ruolo cruciale da svolgere", spiega il dottor Leslie. L'obiettivo della politica di "road map" che CleanSea svilupperà, è quello di aiutare i repèsonsabili a tracciare una rotta verso un "economia 'circolare", in cui ci sia un ri-uso delle risorse.
 
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Il futuro degli incendi boschivi
Il progetto FUME ha analizzato i fattori che influenzano la probabilità di incendi boschivi, nel tentativo di capire come questo rischio possa evolversi - nei prossimi decenni - in termini di gestione del rischio, protezione, ripristino dei paesaggi, ed ha anche valutato le implicazioni per la società.
Il team si è concentrato principalmente sul sud Europa; una pubblicazione dettagliata ha presentato i risultati e mette in evidenza l'obiettivo di sviluppare segnali per le policy sull'ambiente.
 
Il rischio e la gravità di questi fenomeni dipende da una varietà di fattori - quali la probabilità di innesco, il tipo di vegetazione, e il tempo. "Gli incendi boschivi sono il risultato di quello che hai nel paesaggio e delle condizioni meteorologiche quando si verifica un'accensione", spiega il coordinatore del progetto José Manuel Moreno Rodriguez della Universidad de Castilla-La Mancha, Spagna.
 
FUME ha studiato questi fattori socioeconomici degli incendi forestali, dando importanza anche all'impatto del clima nei scorsi decenni. Il team ha poi utilizzato le sue conclusioni per modellare la possibile evoluzione del rischio nell'UE.
Le probabilità di accensione è un fattore chiave, quando si tratta di rischi di incendio. "Questo dipende (anche) dalle azioni dell'uomo", dice Moreno. Non è un caso che molte accensioni si verificano in prossimità di aree densamente popolate, nella cosiddetta interfaccia urbano-rurale.

 
Le abitudini di sicurezza e il clima che cambia non sono naturalmente gli unici fattori in gioco. Ci sono molti altri aspetti da considerare, come ad esempio il tipo di vegetazione, e l'efficacia delle misure di prevenzione e interventi antincendio. Tuttavia, FUME nei suoi modelli, ha posto i cambiamenti climatici e la crescente interfaccia rurale-urbano come le tendenze chiave a cui le strategie di gestione devono tener conto.
 
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UE, USA e scienziati canadesi uniti per la mappatura dell'Atlantico
L'UE sta collaborando con gli USA e il Canada per sviluppare la prima mappatura completa di un fondale oceanico, sperando che questo li aiuterà a capire meglio anche fenomeni come il cambiamento climatico.

 
Nel mese di giugno, l'RV Celtic Explorer del governo irlandese - una nave di ricerca di 65,5 metri di lunghezza che ha già mappato la maggior parte dei fondali d'Irlanda - svolgerà una traversata dell'Atlantico da Terranova, Canada, a Galway, in Irlanda, ispezionando i fondali fino a 8 km. Dopo questo viaggio pilota, l'obiettivo finale è una mappatura estesa che copra l'intero fondale oceanico.
 
Gli scienziati a bordo della RV celtica Explorer utilizzeranno sistemi di mappatura multibeam per avere un'idea della conformazione sottomarina. Onde sonore sono emesse dalla nave ed un dispositivo di ricezione poi crea una foto digitale del fondale oceanico, in base ai segnali di eco che sono restituiti.
Questa mappatura potrebbe essere utile per scoprire petrolio e gas, per l'acquacoltura, per la pesca, per la comprensione zone di riproduzione e di comprendere gli ecosistemi delle profondità marine.

 
Ma la cosa più importante è che si può capire come le funzioni marine possono avere un effetto sul cambiamento climatico. Ad esempio, il progetto EURO-BASIN ha scoperto che è stato rimosso meno carbonio dal plancton a causa di fattori quali cambiamento climatico, pesca e cambiamento di habitat.
"Abbiamo bisogno di capire meglio come i cambiamenti climatici influiscono sulla pesca e sull'ecosistema," ha detto il coordinatore EURO-BASIN, Pr. Michael St. John.
 
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Coroado: un corretto riciclo e riuso dell'acqua
Dove l'acqua è scarsa, è particolarmente importante garantire che non sia sprecata. Tecnologie di riciclaggio e riutilizzo idrico possono aiutare a preservare questa preziosa risorsa anche in regioni molto aride.
Il programma web-based sviluppato dal progetto Coroado supporta i processi decisionali, proponendo soluzioni su misura per problemi di gestione. Si basa su un'ampia gamma di competenze, per individuare la migliore combinazione possibile di riciclo delle acque e delle tecnologie riutilizzo per una data area.
 
In aggiunta a questo know-how, il sistema tiene conto delle esigenze e delle preoccupazioni dei vari attori locali, al fine di trovare una soluzione accettabile per tutte le parti coinvolte. "Il sistema di supporto decisionale è il cuore di Coroado", afferma il coordinatore del progetto Christos Karavitis dell'Università di Agraria di Atene. "Il nostro obiettivo era quello di sviluppare, strumenti decisionali web-based di facile utilizzo che forniscono una stima iniziale su quale tecnica potrebbe essere adatta per una regione."
 
Fornire questo sofisticato sistema era solo un primo passo per il progetto. La comunità di fronte a problemi di gestione delle acque ha anche bisogno di una guida, con il suo potenziale contributo a decisioni collettive e consigli sui modi migliori per tradurre i risultati in politiche efficaci: Coroado si impegna a fornire questo supporto.
 
Come parte della sua ricerca, il team sta aiutando le comunità in quattro regioni dell'America Latina (Argentina, Brasile, Cile e Messico).
Il progetto, che si concluderà il prossimo settembre, sta puntando acora più avanti: "In futuro, ci sarà sempre più bisogno di includere soluzioni di recupero circolari. Le sfide di gestione dell'acqua di solito possono essere soddisfatte, ma dobbiamo essere preparati", osserva Karavitis.
 
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Abbassare il volume nelle città
Se si vive o lavora in città, il rumore costante del traffico può essere stressante. Per contrastare ciò, l'arma del progetto CityHush sono le cosiddette zone tranquille o "Q-zone", dove possono circolare solo veicoli a bassa rumorosità, come le auto ibride elettriche. Il vantaggio aggiunto è che si riducono anche le emissioni inquinanti.
Sono già state simulate Q-zone con dati di input provenienti da cinque città europee per verificare la teoria: Bratislava, Bristol, Essen, Goteborg e Stoccolma.
 
Ma la Q-zone è poco pratica, se trasferisce il problema altrove. "Le Q-zone sono molto fattibili in alcune città, ma sarebbero una catastrofe in altre", dice il coordinatore del progetto Martin Höjer. "Dipende quali zone di traffico sono escluse dalla Q-zone e quali misure possono essere introdotte al di fuori della zona".
Il progetto ha creato una metodologia per determinare se una Q-zone potrebbe funzionare in un paese o città. Per vincere l'accettazione tra i residenti all'interno della Q-zone, le autorità locali potrebbero fornire incentivi per passare a un veicolo a basso rumore, o un parcheggio gratuito all'interno della zona.
 
Le autorità locali dovrebbero inoltre creare una mappa del rumore della città in questione. Esistono già modelli di rating di inquinamento acustico, ma CityHush ha aggiunto ulteriori accurate informazioni - su isolamento delle facciate, sull'accesso a una facciata silenziosa, l'accesso ad un'area a basso rumore e a variazioni temporali del rumore causato, ad esempio da un autobus che si ferma e ricominciare.
 
Anche le rettifiche di superfici stradali e pneumatici possono aiutare a mantenere bassi i livelli di rumore. L'approccio di CityHush e' cambiare le pietre utilizzate nell' asfalto. Il risultato ridurebbe il rumore di due decibel e la produzione non è più costosa di quella di superfici stradali tradizionali.
 
Goodyear, partner di CityHush, ha inoltre migliorato il battistrada dei pneumatici durante il progetto, portando il rumore da 5 a 2 decibel. I nuovi pneumatici non sono più costosi da produrre rispetto la gommatura standard di oggi. La società prevede di iniziare la produzione non appena vi è domanda di mercato.
Il team ha anche testato un design pneumatico molto diverso - due pneumatici stretti per ruota. I risultati sono molto promettenti, sia in termini di rumore che in altri parametri. Complessivamente, le scoperte di CityHush possono ridurre il rumore del traffico fino a 10 decibel, o a 1/10 dei livelli attuali.
 
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Leggere il futuro nel ghiaccio
I cilindri di ghiaccio della Groenlandia e dell'Antartide, anche detti "ice cores", stanno dando nuove informazioni su epoche precedenti : questi dati sono utilizzati per testare modelli prevedittivi su futuri cambiamenti climatici. Queste strutture misurano 10 centimetri di diametro e possono prelevare fino a 4 chilometri in profondità nel ghiaccio.
 
"Le bolle d'aria intrappolate nel ghiaccio sono come piccole capsule del tempo che hanno registrato composizioni atmosferiche passate", ha detto il dottor Emilie Capron del British Antarctic Survey e scienziato coinvolto in PAST4FUTURE, progetto finanziato dall'UE.
Ad esempio il ghiaccio contiene particelle di polvere dal Sud America dall'Australia , che forniscono un'indicazione di come l'aria si sposta in tutto il mondo.
 
I ricercatori del progetto si sono concentrati sulla raccolta dei dati per due periodi: il periodo interglaciale attuale, che ha avuto inizio circa 11.000 anni fa, e l'ultimo periodo interglaciale, cui si è verificato 129.000.116.000 anni fa.
Le informazioni sul clima dell'ultimo periodo interglaciale sono rilevanti perché durante quel periodo , le temperature erano significativamente superiori ai poli di quanto non siano oggi. Il livello del mare era 5/9 metri più in alto rispetto ai livelli attuali, a causa della fusione del ghiaccio in Groenlandia e in Antartide.
 
"Possiamo usare l'ultimo periodo interglaciale come benchmark per confrontarlo con i modelli climatici e per esplorare futuri possibili rischi. Possiamo usare i climi del passato come un esperimento naturale sulla Terra e svelare come funziona.", sostiene Dr. Valérie Masson-Delmotte, scienziato presso l'Institut Pierre Simon Laplace.
Tuttavia, poiché nessun clima precedente è stato influenzato dall'uomo, questo periodo è probabilmente è quello che più si avvicina ad una stima di fenomeni futuri.
 
Il team PAST4FUTURE ha anche testato l'accuratezza dei modelli di cambiamento climatico, confrontando i dati storici raccolti dagli ice cores, con i modelli previsti per le condizioni climatiche di quel periodo. Più i modelli di cambiamento climatico sono accurati, meglio si potrà prevedere ciò che è probabile che accada al clima corrente in diversi scenari.
 
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Capire come reagiscono volatili e alberi al cambiamento climatico
I cambiamenti nei modelli migratori degli uccelli stanno fornendo approfondimenti su come la natura risponde ai cambiamenti climatici e alle potenziali conseguenze per le specie. Negli ultimi anni gli studi hanno suggerito che gli uccelli arrivano all'emisfero settentrionale prima, a causa dei cambiamenti climatici.
 
Dr Luis Cadahía dell'Università di Oslo ha guidato BIRDCLIMCHANGE, che ha studiato l'effetto dei cambiamenti climatici sulla migrazione degli uccelli.
"Ci interessava la fenologia della migrazione (delle balie nere), le date di migrazione ecc. La cosa più importante che abbiamo scoperto è che la migrazione di questi uccelli è avanzata di quasi cinque giorni", negli ultimi 30 anni.

Questo cambiamento nei tempi di migrazione potrebbe essere problematico, perché potrebbe risultare in una discrepanza tra le date di arrivo e le condizioni favorevoli alle zone di riproduzione norvegesi.

"Se arrivano troppo presto gli uccelli potrebbero arrivare in un posto ancora innevato o con scarso cibo. Se arrivano troppo tardi, possono perdere il picco di disponibilità di cibo e loro fecondità può essere inferiore.", ha detto Cadaia.
 
L'analisi ha rivelato che in anni con primavere calde, la maggiore disponibilità di cibo in Europa meridionale ha fatto sostare più a lungo gli uccelli nei punti di sosta migratori. Nei dati climatici degli ultimi tre decenni, si è registrato un aumento delle temperature e delle precipitazioni nel sud della Norvegia, corrispondente con l'arrivo precoce delle balie nere al loro terreno fertile.
 
Tuutavia anche gli alberi stanno lottando per far fronte al rapido cambiamento climatico che stiamo vivendo: essi sono "ormai specie vissute e possono non essere in grado di adattarsi" ha spiegato il dottor Antoine Kremer, ricercatore del progetto TREEPEACE, iniziato nel febbraio 2014.
Il progetto esaminerà il ritmo con cui il cambiamento evolutivo è avvenuto in alberi nei periodi passati e presenti del cambiamento climatico, con querce europee come caso di studio. Queste informazioni potrebbero essere utilizzate in casi estremi per preservare le specie arboree e mantenere la biodiversità.
 
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Una rete contro le perdite di petrolio
Il progetto FORCE7 ha sviluppato una nuova tecnologia per contrastare le fuoriuscite di petrolio, che potrebbero ridurne il rischio ambientale di estrazione.
Il disastro della piattaforma Deepwater Horizon nel 2010, quando quasi cinque miliardi di barili di petrolio sono stati svuotati nel Golfo del Messico, ha evidenziato il rischio intrinseco di estrazione del petrolio, soprattutto in pozzi profondi e altri luoghi difficili.
 
Ma mentre la trivellazione petrolifera ha trovato nuove frontiere, la tecnologia necessaria per ripulire le fuoriuscite è rimasta alquanto primitiva.
Il nuovo sistema ideato da FORCE7 consiste in una rete che viene trascinata da una piccola barca, che viene poi "strizzata". La rete si compone di diversi corde che raccolgono olio e che possono essere trascinate da una sola barca. Una volta che la rete è satura, viene simultaneamente trainata e strizzata a secco con due rulli. Tolto l'olio dalla rete, si ripete il processo.
 
La rete è composta da due materiali: un materiale spugnoso di polipropilene, che è particolarmente idoneo a raccogliere oli pesanti e leggeri, e un materiale in polietilene, che ha fornito rigidità alla struttura: la rete è stata poi creata combinando i due materiali.
La rete può lavorare anche su una piccola area, a ciclo continuo, lavorando in anche dove sono presenti oggetti fastidiosi come iceberg - un vero e proprio pericolo per perforatori artici. I test hanno dimostrato che il metodo è notevolmente efficace, e ha rastrellato circa il 90% dell'olio con cui è venuto in contatto.
 
"Il concetto fondamentale è che la rete deve seguire il movimento delle onde", ha detto Federico Meneghello della società di ingegneria italiana D'Appolonia, che coordina il progetto. Questo significa che il sistema potrebbe effettivamente funzionare anche in acque agitate.
 
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Pneumatici resistenti per trasporti più ecologici
Il consumo di pneumatici rappresenta fino al 15% del consumo di carburante di un veicolo sotto forma di attrito e calore. Un progetto sostenuto dall'UE ha sviluppato nuovi composti, modelli e battistrada per la produzione di pneumatici per tagliare questa resistenza all’asfalto, anche per il bene dell’ambiente.
 
L'UE già da tempo etichetta pneumatici in base alla loro valutazione combustibile-efficienza. Quelli con la resistenza al rotolamento più basso sono classificati come "A" e possono potenzialmente ridurre il consumo di carburante di un veicolo di ben il 5%.
 
LORRY sta lavorando per portare questa tecnologia ad un livello superiore. "Il progetto studia la resistenza al rotolamento, in tutto il suo ambiente per ottimizzare il consumo di carburante nei camion, correlando la pressione dei pneumatici, il carico, lo stile di guida, su strada e in ogni condizione atmosferica", spiega Benoit Duez, ricercatore del Centro di Innovazione Goodyear Luxembourg, che coordina il progetto LORRY.
 
Oltre alle nuove mescole, il team ha creato nuove caratteristiche per i battistrada e una piattaforma di caratterizzazione avanzata. LORRY ha anche sviluppato uno strumento di simulazione stradale. ”Questo tool porterà a una potente capacità di previsione sulle prestazioni degli pneumatici", osserva Duez.
Il lavoro di LORRY integra anche l'iniziativa europea Green Vehicle (EGVI)  ed il focus sull’ambiente di Europa 2020 Innovation Union sulla promozione di comportamenti sostenibili.
 
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Allarme rosso per l'allergia all'ambrosia
La stagione dei pollini è un momento difficile per molti. In Europa, l’Ambrosia artemisiifolia L., potrebbe presto essere aggiunta alla lista delle allergie gravi, dato che la pianta produce polline altamente allergenico. Invasiva e resistente, ora infesta molte zone dell'UE, riducendo anche la resa delle colture.
Già, almeno un europeo su cinque soffre di una allergia respiratoria: questa allergia è causata da pollini, che se entrassero in contatto ad una zona dove è presente l'Ambrosia, farebbe peggiorare il problema, sfociando in reazioni allergiche come l'eczema.
 
"L'allergia all' Ambrosia rischia di diventare un problema di salute pubblica in Europa, secondo i risultati del progetto Atopica. I cambiamenti climatici e l’uso dei terreni aiuteranno questa specie a diffondersi.", afferma il coordinatore Atopica, Michelle Epstein della Medical University di Vienna.
Il team è coinvolto in campi diversi come la biologia e la climatologia. Hanno sviluppato tecniche di modellazione che potrebbero sostenere studi prospettici anche per altre specie invasive e hanno generato una grande quantità di dati clinici che potrebbero contenere nuovi indizi sullo sviluppo delle allergie.
 
L'Ambrosia produce la maggior parte del suo polline in agosto e settembre. Ma il cambiamento climatico rischia di renderlo ancora più prolifico: "Le temperature più calde in autunno potranno estendere la stagione di fioritura", osserva Epstein.
 
Il team ha condotto studi clinici e di laboratorio per far chiarezza su come si diffonde l'allergene e ha sviluppato scenari di probabili cambiamenti nella qualità dell'aria e dell'uso del territorio, proiettando gli eventuali effetti entro il 2050. Il progetto si concluderà entro questo mese e si stanno producendo i dati e le conclusioni finali.
 
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Stoccaggio sottomarino per la CO2
E' possibile uno smaltimento sicuro di CO2, utilizzando la profondità nei fondali marini? E quale sarebbe l'effetto sull'ecosistema? Sono queste le domande che si pone il progetto ECO2. L'idea è evitare che le emissioni di CO2 raggiungano l'atmosfera, perché questo accelera il cambiamento climatico.
Gli scienziati stanno lavorando a largo delle isole Eolie e stanno simulando perdite di anidride carbonica nei fondali marini. L'arcipelago è formato da vulcani e ci sono grandi quantità di giacimenti naturali di CO2, il che lo rende l'area un luogo di ricerca ideale.
 
"Vogliamo evitare tutto questo. Così abbiamo separato e poi dobbiamo conservato CO2 in formazioni geologiche sotterranee. Si può fare on o off-shore. Ma in Europa ci sono migliori possibilità nelle aree off-shore, sotto il fondo marino, che onshore", spiega Klaus Wallman, coordinatore di ECO2.

Per analizzare la dinamica del gas, gli scienziati devono osservare il comportamento del flusso di bolle che salgono dal fondo marino. Per questo sono state sviluppate attrezzature specializzate: "Abbiamo sviluppato un bubblebox per misurare le dimensioni delle bolle. Noi illuminiamo e monitoriamo la bolla e poi verifichiamo i dati relativi alla velocità delle bolle e alle loro dimensioni, in relazione ai nostri modelli", dice Lisa Vielstädte, biologo marino che lavora per GEOMAR e per Ocean Research.

 
Un altro modo di visualizzare la CO2 è attraverso l'osservazione dei livelli di pH in ambiente marino. Studiando il movimento del deflusso, i ricercatori possono sviluppare un modello che può controllare il gas di sfiato e prevederne la dispersione.

Ma il lavoro non è limitato al Mediterraneo. Da alcuni anni, sono stati fatti ulteriori test nelle profondità del Mare del Nord. Le condizioni fisiche di questo mare sono ricreate nei laboratori GEOMAR di Kiel, Germania. L'obiettivo è quello di definire un modello digitale che funzioni per perdite su piccola e grande scala.
"Indaghiamo le cause reazioni di CO2 che sale. Il passo successivo è la granulometria, ovvero come il gas viaggia attraverso i sedimenti. Poi occorre capire come tutto che funziona macroscopicamente, su una scala di decine o centinaia di litri", ha detto Matthias Haeckel, un geochimico GEOMAR.

 
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FloodProBE: soluzioni contro le inondazioni in Europa
La sola UE spende più di 40 miliardi di € ogni anno nella mitigazione delle alluvioni, mentre il 75% di tutto il danno si verifica nelle aree urbane. Non tutti i paesi europei hanno argini e difese a posto: capire come queste possono cedere, consente alle autorità di valutare meglio i rischi. Ma la raccolta di dati provenienti da migliaia di chilometri di difese non è un'impresa da poco.
 
"Con i cambiamenti climatici e l'urbanizzazione, c'è un maggiore rischio di perdita di vite umane e danni", spiega il coordinatore del progetto FloodProBE, Derk van Ree del Deltares, nei Paesi Bassi. FloodProBE ha sviluppato tecnologie, metodi e strumenti per la valutazione del rischio di alluvioni e per l'adeguamento degli edifici.
 
Dove lo spazio è limitato, in particolare nelle aree urbane, non è sempre possibile costruire nuove difese. Utilizzando gli strumenti sviluppati da FloodProBE è possibile calcolare il costo potenziale dei danni provocati dalle inondazioni agli edifici. Il risultato può essere dato in percentuale del costo di costruzione di un nuovo edificio o sostituzione dei materiali. Per il calcolo sono necessari solo i dati sui materiali e le spese locali.
 
Il team utilizza tecniche come l' "high density LIDAR" - una tecnologia  di telerilevamento che misura la distanza, illuminando un bersaglio con un laser ed analizzandone la luce riflessa - per essere efficace nel valutare lunghi tratti di difesa anti-inondazione.
Un’altra tecnica è BioGrout. Questa tecnica di rafforzamento del suolo utilizza microbi per creare una reazione chimica per migliorare la solidificazione di calcite (un minerale presente nel terreno) per rendere il terreno più resistente.
 
Per far prosperare e divulgare la conoscenza acquisita dal progetto, si vorrebbe creare una rete di esperti di gestione del rischio di alluvioni, per condividere le buone pratiche e per collaborare a soluzioni nuove. FloodProBE è sato concluso a ottobre 2013, ma il team ha già presentato una proposta di finanziamento nell'ambito di Horizon 2020.
 
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Costruire case con batteri
Ad oggi la produzione del cemento conta circa il 5% delle emissioni globali di carbonio, dicono i ricercatori. Questo progetto mira a dimostrare che produrre un cemento rispettoso dell'ambiente, è possibile. Sembra fantascienza, ma le case del futuro potrebbero essere in parte costruite con i batteri. Il progetto ECO-CEMENT, operante a Madrid sta lavorando a questo. Il mix consiste in un tipo comune di batterio del suolo, rivitalizzato in una miscela di urea e nutrienti ad una temperatura costante, a circa 30° Celsius.
 
Piero Tiano, un biologo con l'Istituto Italiano per la Conservazione e il Preservazione dei Beni Culturali ha spiegato in che consiste questo cemento : "All'interno di questo mix, i batteri si sviluppano e crescono di numero: i batteri devono infatti raggiungere una certa quantità per fare cemento. Dopo circa tre ore di fermentazione, la miscela è pronta per l'uso".
 
Gli scienziati hanno poi aggiunto un mix di sabbia, rifiuti industriali di cementi e la cenere di bucce di riso. "Le nostre materie prime sono praticamente tutti i rifiuti, quindi non abbiamo costi di produzione ed energetici aggiuntivi ", ha detto Laura Sánchez Alonso, ingegnere minerario e coordinatore di ECO-CEMENT.
 
I risultati preliminari dei test in corso sul materiale della plasticità, elasticità e resistenza allo stress o deformazioni stanno già perfezionando la miscela: "Sappiamo che una densità maggiore di batteri non sempre significa che il prodotto sarà più resistente. Al contrario, a volte troppi batteri possono nuocere la resistenza del prodotto finale. Dobbiamo trovare il numero ottimale di cellule per produrre il cemento " ha detto Linda Wittig, un chimico industriale con Fraunhofer-IFAM.
 
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La scienza dietro il foraggiamento delle foreste
Le foreste non sono solo una fonte di legname; funghi, frutti di bosco, noci e altri doni della natura svolgono un ruolo importante nella bioeconomia degli ecosistemi forestali. Gli scienziati di STAR TREE hanno sviluppato un sistema per prevedere i rendimenti e sarà utilizzato da metà della popolazione finlandese: il foraggiamento dei boschi è un' attività popolare e redditizia in Finlandia.
 
Kauko Salo, del Finnish Forest Research Institute, ha detto: "Il nostro sistema di informazione è molto utile perché la gente vuole saperne di più, dato che la vendita di frutta raccolta è un reddito esentasse in Finlandia." Si attesta infatti che il valore di mercato di frutti di bosco, funghi, noci e piante sia pari a 2,5 miliardi di euro all'anno in Europa.
Jari Miina, un altro ricercatore senior presso il FFRI spiega: "Stiamo esaminando la relazione tra le caratteristiche forestali e le rese, in modo che si possa dare raccomandazioni su come la foresta potrebbe produrre di più."
 
I ricercatori stanno lavorando per migliorare tutta la catena, dalla foresta al cliente. In tutta Europa, si cercano idee per aiutare i proprietari di terreni, raccoglitori privati, aziende e clienti a ottenere più reddito e più valore da questi doni del bosco.
Robert Mavsar, economista ambientale con il progetto European Forest Institute, spiega: "Ci sono molti esempi in tutta Europa di buone pratiche, così stiamo cercando di esplorarli e introdurli. Naturalmente, abbiamo a che fare con un ambiente sociale e culturale, quindi qualcosa che funziona bene in Finlandia, potrebbe anche funzionare nel sud della Spagna."
 
Un buon modo per aggiungere valore è elaborare prodotti forestali locali: i ricercatori dicono che il miglioramento della regolamentazione sull'etichettatura potrebbe aiutare a sviluppare tale attività. Tutto questo ci porta un passo avanti verso un'economia più verde e un ambiente più sano per tutti.
 
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2014: Anno caldo da record per l'Europa
Il 2014 sarà ricordato per esser stato l'anno più caldo in Europa e le emissioni di gas serra da record hanno svolto un ruolo importante, secondo alcune ricerche. Gli scienziati hanno analizzato secoli di record di temperatura per concludere che il calore di quest'anno è stato causato da un aumento della probabilità di cambiamenti climatici (35 volte maggiore).
 
Un team di ricercatori di Oxford sta pubblicando un nuovo lavoro, dove cerca di collegare ondate di calore, tempeste o inondazioni, ai cambiamenti climatici.
I ricercatori stanno cambiando le regole di previsione e stanno collegando questi singoli eventi specifici: "Stiamo utilizzando modelli climatici regionali per ingrandire aree più piccole rispetto agli altri gruppi, ed è interessante che anche sulla scala del Regno Unito, stiamo assistendo a un forte impatto di influenza umana sul clima sulle probabilità di un anno così caldo", ha detto Myles Allen, professore all'Università di Oxford.
 
Anche il Royal Netherlands Meteorological Institute (KNMI) ha calcolato che in molti paesi individuali, la probabilità di un anno caldo è aumentata di 30 volte, specialmente in Europa: almeno 19 paesi rischiano di vedere il loro anno più caldo mai registrato quest'anno, tra cui il Regno Unito, la Germania e la Francia.
Le prime stime di KNMI mostrano che la temperatura media in Europa quest'anno sarà 10.5ºC: questa è 0.3ºC sopra la media nel 2007, record precedente. Questo significa che è probabile che il 2014 sia l'anno più caldo degli ultimi 500 anni, secondo gli scienziati.
 
Ci sono però segnali incoraggianti. Nel 2013, le emissioni globali di gas a effetto serra sono aumentate a un ritmo più lento rispetto alla media degli ultimi dieci anni. L'uscita di carbonio è stata del 2% minore rispetto all'anno precedente, che è molto più basso rispetto alla media del 3,8% annuale, registrata normalmente dal 2003.
 
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AQUAEXCEL: ricerca ittica per migliorare la produttività e preservare l'ambiente
La domanda mondiale di pesce è in aumento, mettendo molte specie in pericolo dalla pesca eccessiva. L'allevamento di pesci, sta prendendo parte della pressione da queste scorte - la metà del pesce consumato a livello globale è ora prodotta in allevamenti ittici. Tuttavia il settore dell'acquacoltura in Europa potrebbe essere più efficiente, ad esempio producendo più pesce in modo sostenibile, rispettoso dell'ambiente.
 
"Il progetto AQUAEXCEL sta sviluppando nuovi metodi e strumenti per il settore dell'acquacoltura più conveniente e applicabile alla ricerca" ha detto il coordinatore AQUAEXCEL Marc Vandeputte dell'Institut national de la recherche agronomique (INRA).
Ad esempio, i ricercatori del progetto stanno studiando come i pesci consumano sostanze nutritive e stanno cercando di controllare meglio la consistenza della carne per aumentarne la qualità. Essi mirano anche a ridurre gli input necessari per le peschiere e a tagliare l'inquinamento per l'ambiente locale.
 
AQUAEXCEL sta inoltre sviluppando e utilizzando quello che gli scienziati chiamano "linee isogeniche" per il salmone, la carpa, la spigola e la trota. Questi gruppi geneticamente identici di una particolare specie di pesce rendono più facile per gli scienziati di riprodurre i loro esperimenti.
 
Il commissario europeo per la ricerca, l'innovazione e la scienza Máire Geoghegan-Quinn ha dichiarato: "L'Unione europea ha da tempo identificato la ricerca acquacoltura come la chiave per lo sviluppo economico delle zone costiere e periferiche, nel rispetto del benessere degli animali e per l'ambiente."
Il progetto, che si estenderà fino a febbraio 2015, ha ricevuto 9.200.000 € in finanziamenti UE, nell'abito di Horizon 2020 e riunisce 17 partner da Belgio, Repubblica ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna e Regno Unito.
 
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Adattarsi ai cambiamenti climatici in stile mediterraneo
Il cambiamento climatico è globale - ma in concreto, colpisce localmente. CLIM-RUN sta dando alle imprese mediterranee e ai governi locali le informazioni di cui hanno bisogno per pianificare in anticipo l'impatto del cambiamento climatico locale. L'area del Mediterraneo è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici; si  prevede infatti che l'area sperimenterà un 'innalzamento del livello del mare, un numero crescente di tempeste e siccità ed incendi frequenti.
 
Il progetto ha sviluppato quindi dei metodi per migliorare i dettagli e l'affidabilità delle informazioni clima per l'area del Mediterraneo e per comunicare in un modo efficace con gli enti locali. Gli utenti possono accedere ai risultati dei modelli attraverso il sito di CLIM-RUN, che riguarda i risultati dei modelli per le industrie e regioni specifiche.Il team ha sviluppato anche schede informative che spiegano come hanno prodotto le loro previsioni e come interpretare i dati CLIM-RUN: i fogli informativi sono disponibili in inglese, francese, italiano, spagnolo e greco. Il sito di CLIM-RUN sarà on-line almeno fino al 2017.
 
Il coordinatore del progetto Paolo Ruti dell'ENEA in Italia (Ente Nazionale Italiano per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), dice: "Questo è il primo progetto europeo per i servizi climatici che si concentra sulle esigenze dei consumatori. Ha lo scopo di colmare il divario tra utenti e servizi di clima."
 
CLIM-RUN fornisce anche consulenza alle imprese: i settori dell'energia - in particolare eolica e solare - del turismo e dei servizi sono emersi come aree di forte domanda: gli utenti target erano infatti interessati a previsioni per stagioni e decadi fino al 2050, permettendo loro di pianificare le variazioni naturali nel tempo, nonché le loro variazioni. Tali servizi di informazione sul clima esistono già nel Regno Unito e in Germania, ma in Europa meridionale, mancano ancora informazioni che possono essere usate per prevenire o risolvere i problemi legati al clima.
 
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EVOSS: monitorare l'attività vulcanica direttamente dallo spazio
EVOSS è un sistema satellitare per raccogliere e diffondere informazioni sui vulcani di tutto il mondo. Monitorare e studiare vulcani attivi sul terreno può essere difficile e pericoloso, in particolare durante un'eruzione. Il progetto si è concluso nel febbraio 2013, mail sistema viene tuttora utilizzato volontariamente in tempo reale per fornire dati sui fenomeni vulcanici.
 
EVOSS - European Volcano Observatory Space Services - ha assemblato per la prima volta un sistema che utilizza i satelliti per rilevare e monitorare i vulcani in eruzione in tutto il mondo automaticamente ed è già operativo in Europa, Africa e le isole vulcaniche negli oceani circostanti. Il sistema è un passo avanti significativo, se si considera che quasi il 95% dei vulcani del mondo non sono monitorati sul terreno. 
 
"La filosofia di EVOSS è quella di guardare ovunque, per tutto il tempo. L'attività di un vulcano in eruzione potrà essere sempre vista dallo spazio ", dice il coordinatore EVOSS Steve Tait dell'Institut de Physique du Globe de Paris (IPGP).
Secondo Tait, i strumenti odierni posizionati a ridosso dei vulcani possono essere danneggiati, specialmente durante le eruzioni di grandi dimensioni. "Qui invece c'è un sistema spaziale in grado di fornire anche dei backup ", spiega Tait.
 
Il sistema EVOSS misura le eruzioni in tre modi: il calore proveniente da un vulcano, la cenere e gas emessa, ed i cambiamenti fisici compiuti per superficie terrestre. Queste letture possono aiutare gli scienziati ad anticipare e capire meglio come un vulcano si comporterà in futuro - per esempio, se l'attività è in crescita o meno.
 
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Terremoti, frane & co. : un occhio dall'alto

Il progetto DORIS, finanziato dall'UE ha sviluppato usi di alta precisione per le tecnologie di osservazione satellitari della Terra per monitorare e segnalare eventuali movimenti a terra, come deformazioni del suolo e movimenti causati da fenomeni naturali e indotti dall'uomo. Gli esempi includono frane, erosioni dei fiumi e lo scioglimento del permafrost. Con una forte domanda di mercato prevista, le tecnologie sembrano destinate ad avere una prospettiva a lungo termine e un impatto sostenibile in tutta Europa.
 
DORIS ha utilizzato le nuove tecnologie di mappatura offerte dal sistema Copernico di satelliti di osservazione della Terra gestite dall'ESA. Dallo scanning, sono state elaborate più di 2000 immagini SAR da 13 aree in Europa, che rappresentano una vasta gamma di ambienti e tipi di deformazione del suolo.
"La capacità di costruire serie temporali lunghe, e l'alta risoluzione spaziale fornito da moderni sensori SAR ha fatto sì che abbiamo potuto osservare i cambiamenti nelle aree urbane e suburbane con una precisione senza precedenti" ha detto Fausto Guzzetti del Consiglio Nazionale delle Ricerche in Italia, coordinatore DORIS.
 
Hanno prodotto mappe sulle modalità e velocità di deformazione del suolo. I risultati sono stati:
  • Frane lente e subsidenza del terreno a causa di un eccessivo sfruttamento delle falde acquifere in Italia e Spagna;
  • Ghiacciai in rapido movimento a causa dello scioglimento del permafrost in Svizzera;
  • Subsidenza antropica causata dalle attività estrattive in Spagna e Polonia.
Nella sola Italia, le frane hanno causato più di 5000 morti e 150 000 sfollati nel corso degli ultimi 50 anni, con un costo economico stimato di 2 miliardi di € l'anno. Grazie al progetto ora le autorità di protezione civile, ma anche società minerarie, costruttori e sviluppatori e imprese di trasporto beneficeranno delle informazioni che non erano disponibili in precedenza.
 
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GreenBottle: l'alternativa alla plastica
La dipendenza del mondo sulla plastica è una preoccupazione crescente per le società di oggi: usiamo quasi 20 volte più plastica adesso che nel 1950 e lo smaltimento dei rifiuti di plastica non riciclabili è ancora un problema.
In risposta a questo, l'Unione Europea ha costituito il progetto GreenBottle ed ha creato un packaging innovativo per i materiali di consumo liquidi, che utilizza fino a un terzo in meno di plastica, rispetto alle bottiglie convenzionali.

 
L'imballaggio GreenBottle ha uno strato esterno fatto di carta riciclata e di una sottile pellicola di plastica per l'interno, per tenere il liquido: creato in modo che questi due strati siano facilmente separabili, così da incoraggiare l'utente finale a riciclare entrambe le parti il più facilmente possibile.
 
"Abbiamo lanciato il nostro progetto pilota con bottiglie di latte nei negozi Asda nel Regno Unito, che ci ha chiesto di riprodurre il disegno di bottiglie di latte convenzionali. La risposta dei consumatori è stata molto positiva, con vendite di latte GreenBottle in aumento del 350% " spiega Julie Hall, direttore vendite del GreenBottle progetto in St. Helens, Regno Unito.
 
Il progetto GreenBottle è un esempio pionieristico di una idea di business sostenibile e di successo che ha prospettive realistiche di essere applicata su larga scala. Entro la fine del 2012 il progetto ha utilizzato 6.000 tonnellate di carta riciclata e ha ridotto l'uso della plastica di circa 4.440 tonnellate l'anno. i prodotti GreenBottle sono apparsi sugli scaffali nei negozi nel Regno Unito, Scandinavia e Paesi Bassi alla fine del 2013.
 
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Nessun limite: i biologi che stanno cambiando le regole di produttività delle piante
Il professor Dani Zamir presso l'Università ebraica di Gerusalemme sta coordinando il progetto YIELD finanziato dall'UE, che utilizza applicazioni innovative di genomica, per stabilizzare e aumentare la resa di trasformazione di ibridi di pomodoro: con questo tipo di coltura, non è solo il numero di pomodoro prodotto che è importante, ma anche quanto contenuto di zuccheri è presente in ogni pomodoro.
 
Il progetto sta spingendo oltre i confini della produttività delle piante, aumentando la produzione di impianti su terreni agricoli esistenti, riducendo al minimo l'impatto ambientale: finora, il progetto ha testato due impianti ibridi contro le varietà più importanti sul mercato ed è riuscito a battere la maggior parte di loro per i rendimenti commerciali.
 
Si vuole precisare che non si parla di modificazione genetica - la squadra introduce specie selvatiche di pomodori nei ceppi commerciali, che isolano i geni e ne migliorano i tratti specifici. Questo nuovo approccio noto come intensificazione sostenibile ha "l'obiettivo di cercare di produrre rendimenti alti nella stessa area di terreno senza aumentare il danno ambientale", ha detto il dottor Julia Cooper presso l'Università di Newcastle, UK, coordinatore di NUE-CROPS.
 
Il progetto NUE-CROPS, terminato all'inizio di quest'anno, si è interessato su come produrre colture particolarmente efficienti a prendere sostanze nutritive dal suolo e che consentano agli agricoltori di mantenere i rendimenti, riducendo la dipendenza da fertilizzanti e proteggendo l'ambiente.
 
Infine Il progetto DROPS, guidato da François Tardieu, direttore di ricerca presso l'Istituto nazionale per la ricerca agricola a Montpellier, in Francia, sta studiando come identificare le varietà di frumento duro e il granturco che possano mantenere i loro livelli di produzione in condizioni climatiche avverse, come aree secche e temperature elevate: per far questo si stanno cercando nuovi metri di misura per le caratteristiche, come crescita, radici e foglie per determinare quali varietà propserino in condizioni difficili.
 
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Le minacce dell'ozono
RIparare il buco dell'ozono -protettore del nostro pianeta dai raggi UV nocivi del sole- è una missione che tutte le nazioni sono state in grado di concordare e agire rapidamente. Gli sforzi internazionali sembrano dare i primi frutti, come un rapporto del Programma Ambiente e Meteorological Association mondiale dell' ONU che dimostra che il gas ozono (O3) nello strato aumenta di anno in anno.
 
L'ozono in prossimità della superficie terrestre ha gravi conseguenze per la salute umana e il benessere, la produzione agricola e la sicurezza alimentare. E questo l'ozono superficiale, è in aumento.
Il progetto MAQUIS utilizza modelli matematici per esaminare cosa accadrà a livello del suolo di ozono in Europa entro il 2050: MAQUIS esaminerà come i cambiamenti climatici e la politica di qualità dell'aria per ridurre i gas serra influenzerà l'ozono troposferico e particolato.
 
Nella migliore delle ipotesi, ci sarà una riduzione dal 40 al 60% delle emissioni di inquinanti atmosferiche. Ma anche nel migliore dei casi, ci sarà una complicazione ovvero il riscaldamento globale, che potrà provocare un aumento di ozono superficiale.
Lo scenario peggiore sarà un aumento di ozono in tutto il mondo - in particolare Europa Orientale e in Russia- che avrà un impatto sulla salute umana e la produzione delle colture.
 
I rischi sono seri. "L'ozono nel suolo può generare malattie come l'asma e le malattie broncopolmonari, danneggre la vegetazione e può ridurre la produzione delle colture." ha detto il dottor Luca Pozzoli presso l'Istituto Eurasia di Scienze della Terra, Università tecnica di Istanbul in Turchia, che guida il progetto MAQUIS.
 
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Atmosfera più pulita per migliori previsioni
Un progetto UE ha costituito un fondo, MACC e ha sviluppato un sistema innovativo per raccogliere e coordinare le informazioni precise riguardo le previsioni climatiche.
Una vasta gamma di indicatori - da livelli di gas serra e dell'ozono, alla qualità dell'aria ecc. - potrebbero stimare come l'atmosfera terrestre è cambiata negli ultimi anni a causa delle emissioni naturali.
 
Il team di ricerca MACC ha raccolto i dati dai satelliti, sensori terrestri e da sonde aeree e ha sviluppato un sistema unico nel suo genere per compilare dati cruciali rivolti a chi è coinvolto in politiche climatiche e di inquinamento. Inoltre MACC monitora e misura fonti naturali di aerosol quali incendi, vulcani, e sabbia e tempeste di polvere e sta monitorando variazioni annuali per lo strato di ozono in Antartide e Artide.
 
Il coordinatore del progetto Vince-Henri Peuch ha dichiarato: " Le stime della quantità di gas atmosferici, e come influenzano la radiazione e le nuvole, sono particolarmente incerte. Per esempio a causa del loro effetto sulla luce del sole, il livello di gas atmosferici (aerosol) può anche influenzare la efficienza dei generatori di energia solare."
 
Un progetto denominato MACC-II è previsto durante il 2014: esso è un ulteriore sviluppo del sistema creato da MACC e si prevede di attivarlo nell' atmosfera Servizio Copernico, parte del progetto di osservazione della Terra dell'UE denominato appunto Copernico. Cinque satelliti saranno programmati per essere lanciati, due dei quali sosterranno direttamente l'atmosfera di Servizio Copernico.
 
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PERSUADE: quando il traffico abbassa il volume
Ricercatori finanziati dall'UE hanno creato una nuova superficie stradale - chiamata Poroelastic - che riduce l'inquinamento acustico dei pneumatici sull'asfalto, con l'obiettivo di fornire una vita più tranquilla a coloro che vivono accanto al traffico stradale. Questo rumore infatti riduce la qualità complessiva della vita e può anche danneggiare la salute nel corso del tempo, secondo un rapporto OMS.
 
Il progetto finanziato dall'UE PERSUADE sta lavorando su un modo per ridurre questo rumore di dieci volte, attraverso una superficie ancora sperimentale fatta di pneumatici riciclati e aggregati di pietra, legati insieme con un polimero elastico (poliuretano).
L'innovazione consente di ridurre il rumore del traffico, soprattutto in aree in cui le barriere antirumore non possono essere erette, fornendo una più efficace ed economica alternativa.
 
Le superfici Poroelastic lavorano riducendo le vibrazioni del pneumatico: questa riduzione è dovuta al contatto prolungato del pneumatico con la superficie elastica. Questo, insieme ai vuoti d'aria fonoassorbenti del materiale e la grana sottile della strada, possono ridurre drasticamente il rumore.
 
Dal laboratorio alla strada, i ricercatori hanno iniziato a sperimentare i reali effetti sulla riduzione del rumore, la durata, la resistenza allo slittamento, ecc. in un tratto di 75 metri, in Danimarca.
La superficie PERSUADE ha una durata media di tre anni; il progetto mira però a una durata dai sette a nove anni. Il progetto si concluderà ad agosto 2015.

 
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L'UE lancia una consultazione sulla qualità dell'acqua potabile
La Commissione europea ha lanciato il 23 Giugno scorso una consultazione pubblica sulla politica dell'acqua potabile europea, per vedere dove potrebbero essere fatti miglioramenti. La consultazione è una risposta concreta a Right2Water, la prima iniziativa di successo dei cittadini europei.

La qualità dell'acqua potabile nell'UE è generalmente buona, e il livello di attuazione della direttiva è nel complesso molto elevata. Il commissario per l'ambiente Janez Potočnik ha dichiarato:"La fornitura di acqua potabile e di buona qualità in tutta l'UE è un risultato importante della normativa UE, ma dobbiamo guardare alle sfide future e affrontare le preoccupazioni sollevate in questa iniziativa dei cittadini europei che intende proseguire il dialogo cittadino-istituzioni".

 
La consultazione dovrebbe fornirci una migliore comprensione dei punti di vista dei cittadini e delle parti interessate sulla necessità e l'eventuale gamma di azioni che potrebbero essere intraprese per migliorare la fornitura di acqua potabile di alta qualità. Le domande riguardano settori come l'attuale livello di qualità dell'acqua potabile, le principali minacce per l'acqua potabile, le esigenze di informazione dei cittadini e le eventuali ulteriori azioni che potrebbero essere adottate a livello comunitario.
La consultazione rimarrà aperta fino al 23 settembre 2014.
 
Link alla consultazione pubblica:
 

Standard di qualità dell'aria con PASODOBLE
L'inquinamento atmosferico da impianti industriali, sistemi di trasporto e altre fonti può avere un impatto negativo sulla salute pubblica. Utilizzando informazioni provenienti da sensori su satelliti e terrestri, così come modelli al computer, l'UE ha costituito un fondo chiamato PASODOBLE, che ha sviluppato un sistema a livello europeo, denominato "Myair", per fornire dati di qualità dell'aria indispensabile per i funzionari ambientali, medici e ospedali, nonché al pubblico in generale.
 
Il progetto si prefigge di sostenere il miglioramento delle condizioni di salute e di vita pubblica nelle città e le regioni europee in cui la salute può essere più colpita dalla qualità dell'aria.
Il sistema "Myair" fornisce informazioni sulla qualità dell'aria orientata verso una vasta gamma di ricercatori e scienziati, tra cui operatori sanitari che trattano con persone affette da malattie respiratorie, agenzie ambientali che monitorano le condizioni di inquinamento atmosferico, funzionari del governo locale che emettono le previsioni della qualità dell'aria ecc.
 
L'Europa ha numerose aree dove le condizioni di qualità dell'aria sono inclini a raggiungere potenziali livelli nocivi a causa dell'inquinamento e il movimento dell'aria insufficiente.
Tra queste aree c'è anche la Valle del Po (tra cui Venezia): in particolare, questo territorio è spesso influenzato dal clima perché quando le Alpi bloccano i venti occidentali, le emissioni, come il biossido di azoto dagli impianti industriali e le auto non sono libere di circolare.
I dati forniti dal sistema Myair sono personalizzabili e user-friendly; tutto è accessibile al pubblico e le informazioni possono essere adattate alle esigenze specifiche di una determinata città o regione.
 
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NANOTOUGH: oggetti più resistenti, leggeri e energy-friendly
Le auto in Europa consumano una quantità sempre maggiore di energia. Ridurre il peso dei veicoli utilizzando materiali più leggeri, però, diminuirebbe radicalmente la domanda di carburante, ed allo stesso tempo ridurrebbe il loro impatto ambientale e i costi.
Il progetto NANOTOUGH ha realizzato una nuova gamma di materiali polimerici: i nuovi materiali possono essere usati come alternative ai metalli tradizionali più pesanti e più costosi. In particolare, il team di progetto ha prodotto prototipi come ad esempio un paraurti automobilistico, che utilizza i nuovi materiali nano-rinforzati ibridi e pesa solo il 40% di un paraurti convenzionale.

I vantaggi sono evidenti. "Se siamo in grado di realizzare un risparmio di 100 kg in una macchina, possiamo ridurre di carburante dal 5 al 15%", spiega il coordinatore del progetto, professor Jesper de Claville Christiansen presso l'Università di Aalborg, Danimarca.
Ma i materiali dovranno anche offrire sufficiente resistenza, rigidità e resistenza. I ricercatori sono stati in grado di sostituire un paraurti in acciaio con un nanocomposito che potesse soddisfare gli stessi requisiti - cioè assorbire lo stesso impatto -ma con il 40% del peso, risparmiando anche sulla produzione rispeto ad un paraurti normale.

 
Una particolare applicazione di indagine da parte del team di progetto era in campo aeronautico, dove il peso è una questione delicata: l'azienda Aviospace italiana, uno dei partner coinvolti nel progetto, sta effettuando ulteriori test per qualificare i nuovi materiali per l'industria aerospaziale.
Anche l'elettronica potrebbe essere una zona particolarmente vantaggiosa: i telefoni cellulari possono essere danneggiati se fatti cadere, quindi hanno bisogno di materiali resistenti per sopportare il danno e non danneggiare l'elettronica interna. Allo stesso modo, i computer portatili e PC richiedono una certa rigidità per proteggere lo schermo.
Tutti i prodotti nella vita quotidiana, in futuro, potrebbero potenzialmente utilizzare nanomateriali.
 
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ERMITAGE: il collegamento interattivo dei dati climatici
I politici e progettisti che cercano di risolvere i problemi complessi spesso ricorrono a software di modellazione - programmi che tentano di prevedere e perfino di simulare i probabili risultati delle iniziative
politiche: anche tale software è stato introdotto in campo scientifico e ambientale.
L'UE ha finanziato ERMITAGE, progetto che ha sviluppato proprio questa capacità. Guidati da Open University del Regno Unito, il team ERMITAGE ha messo a punto una serie di programmi di modellazione
che agiscono in tempo reale e mostrano le interazioni tra cambiamenti climatici e l'uso del territorio, i mercati energetici, l'aumento delle
temperature ecc.
 
Il lavoro del team ERMITAGE promette di colmare con successo il divario tra le diverse aree di modellazione di attività. Ad oggi, la squadra ha accoppiato sei modelli avanzati per collegare aree quali cambiamento climatico, uso del suolo, le tendenze del mercato dell'energia e lo sviluppo economico.
Svariate potranno essere le applicazioni sul campo:  ad esempio come i biocarburanti limitanti possono portare ad un aumento di 2,5 volte nella produzione e d'uso di idrogeno per il trasporto, o un aumento del contributo di energia elettrica al mix energetico finale da 1/2 a 2/3. Dai risultati di modellazione si potrà comprendere non solo come le colture crescono in un clima mutato, ma anche come il commercio internazionale e il cambiamento tecnologico possono influenzare i prezzi delle bioenergie.

Il team ERMITAGE ha incluso anche nuove informazioni recentemente scoperte nel processo di modellazione. "Le acque sotterranee, per esempio, sono una risorsa importante in tutto il mondo", spiega Neil Edwards, coodrdiantore del progetto. "Gran parte di essa è falda fossile - avrebbe potuto essere lì per 10 mila anni. In quanto tempo possono rigenerarsi? Stiamo usando più di quanto possiamo alimentarlo?" I dati di queste risorse sono stati quindi inclusi nel pronostico. I partner del progetto hanno anche cercato di assicurare la più ampia diffusione possibile dei risultati ERMITAGE. Facendo uso di alcuni dei propri principi della Open University su risorse di comunicazione, il team ha prodotto una serie di video per spiegare il progetto e ciò che ha realizzato e lo ha caricato su Youtube e sul proprio sito.


 
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Pensare "sottomarino" - Un approccio approfondito a ciò che stà sotto
L'altura è lo strato più basso del mare, a cominciare dai 1800m di profondità, ed è uno degli ambienti più ostili del pianeta: fino a 50 anni fa, i ricercatori credevano che fosse inabitabile per la maggior parte delle specie, ma le scoperte nel corso degli ultimi due decenni hanno mostrato che, di fatto, il mare profondo è il più grande ecosistema del mondo.
Il geologo marino Professor Achim Kopf, dal Centro di Ricerca MARUM presso l'Università di Brema ha recentemente coordinato il progetto finanziato dall'UE, d'altura e suboceanici Frontiers (DS3F), Egli spiega il progetto "di cui per fornire un percorso verso la gestione sostenibile delle risorse oceaniche su scala europea . "

La sostenibilità d'altura è una preoccupazione socio-economica sempre più urgente, come la pesca d'altura, lo sfruttamento di idrocarburi e estrazione di minerali stanno interessando questo ambiente remoto a un ritmo senza precedenti e la potenziale minaccia rappresentata da rischi geologici marini, come tsunami  è sempre più forte.

"Le stime indicano che la perdita di biodiversità dal 20 all' 25% può provocare una riduzione del 50 all' 80% dei processi chiave degli ecosistemi delle acque profonde.E 'quindi imperativo che noi assicuriamo una gestione sostenibile della diversità d'altura in linea con i trattati internazionali, prima che sia troppo tardi "spiega Kopf.
 
Tutti i rapporti del progetto DS3F sono raccolti in un documento che funge da guida verso la ricerca futura e politiche marina europea. Il documento completo include l'identificazione dei problemi principali che devono essere affrontate in perforazioni nel sub-fondo marino, requisiti di monitoraggio a lungo termine nei prossimi 10-15 anni e raccomandazioni per l'espansione e l'applicazione di attività di ricerca nazionali europee.
Si ritiente che il progetto darà i suoi risultati sia riguardo le risorse di acque profonde - come le applicazioni biomediche e idrati di gas per l'energia - sia riguardo la valutazione di calamità naturali: questo significa che DS3F andrà a beneficio della società, perché saprà fornire ai cittadini forniture sicure e pratiche ambientali sostenibili.
 
Link Articolo EU:
 

L'UE verso un'economia "senza rifiuti"
L'Europa ha alzato l'asticella degli obiettivi per il riciclaggio per passare a un'economia a "zero rifiuti" e per favorire la crescita sostenibile.
L'impegno preso dai paesi europei sarà:
  • vietare il collocamento in discarica dei rifiuti riciclabili dopo il 2025
  • riciclare il 70% dei rifiuti urbani e l'80% degli imballaggi entro il 2030
  • ridurre i rifiuti alimentari
I benefici presentati da queste azioni sono molti, tra i quali la riduzione delle emissioni di CO2 e  la creazione di 580 000 posti di lavoro nel settore "Ambiente".
L'UE sta lavorando per diffondere la cultura del riciclo: quest'ultima deve diventare la norma, invece di estrarre le materie prime, utilizzarle solo una volta e poi gettarle via.
Nel 2010 in Europa sono finiti nelle discariche fra 400 e 500 milioni di tonnellate di rifiuti: sfruttare al massimo le risorse disponibili potrebbe rilanciare la competitività dell'UE nel mondo e ridurre la nostra dipendenza da materie prime sempre più scarse e costose.
 I risultati saranno visibili anche tra la i cittadini, che potranno così vivere in un ambiente più pulito e sano e avere prodotti più duraturi. Inoltre costi per le imprese verranno abbattuti dell'8% del fatturato annuo.
 
Link articolo e comunicato stampa: