La conferenza dei presidenti dell'Eurocamera ha stabilito che il voto sulla presidenza della Commissione Ue si terrà giovedì 18 luglio.
La conferenza dei presidenti dell'Eurocamera ha approvato l'agenda definitiva della plenaria di Strasburgo e stabilito che il voto sulla presidenza della Commissione Ue si terrà giovedì 18 luglio alle 13:00. Intanto dopo il via libera del Consiglio alla sua nomina come candidata per un bis alla presidenza della Commissione Ue, Ursula von der Leyen sta ultimando gli incontri con i gruppi politici dell'Europarlamento.
Ppe, S&D e Renew Europe hanno insieme 400 seggi, 39 in più della maggioranza richiesta, ma il voto per l'elezione del Presidente della Commissione è segreto ed è alto il rischio dei franchi tiratori. La rielezione non sembra scontata, anche perché ci sono veti incrociati, sull'allargamento della maggioranza, tra i popolari e socialisti. Questi ultimi sarebbero disposti ad accettare il sostegno dei Verdi, ma - come i liberali - sono fermamente contrari ad una apertura al gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr). I Popolari sono invece contrari ad un'apertura ai Verdi e sarebbero propensi ad imbarcare i conservatori che hanno invitato von der Leyen ad un incontro, martedì 16 luglio.
C’è però una condizione fondamentale richiesta da Socialisti, Verdi e Liberali: evitare un’alleanza con l’estrema destra, nella quale nelle ultime settimane c’è stato molto movimento. Nel giro di pochi giorni sono stati formati 2 nuovi gruppi estremisti e sovranisti, i Patrioti per l’Europa (di cui fanno parte tra gli altri il Rassemblement National francese e la Lega) e Europe of Sovereign Nations (ESN), guidato dal partito tedesco Alternative für Deutschland. La nascita di questi 2 nuovi gruppi ha di fatto cancellato un altro gruppo di estrema destra, Identità e democrazia (ID), di cui nella scorsa legislatura facevano parte tra gli altri la Lega e il Rassemblement National. Von der Leyen ha escluso fermamente qualsiasi alleanza sia con i 2 neonati partiti, e non incontrerà nemmeno i loro rappresentanti.
Von der Leyen ha dunque più o meno una settimana di tempo per cercare di assicurarsi quanti più voti possibili. Se non dovesse raggiungere la soglia di 361 richiesta per la conferma, la sua nomina verrebbe scartata e il Consiglio Europeo dovrebbe mettersi d’accordo e nominare un altro candidato: sarebbe una situazione inedita, che potrebbe aprire una crisi politica. Secondo alcuni osservatori però proprio la mancanza di alternative potrebbe giocare a favore di von der Leyen, aiutando la sua riconferma.