L'alto rappresentante Ue, Josep Borrell, ha ospitato la riunione ministeriale con i 6 ministri degli Esteri balcanici, in cui è stata presentata la proposta del gruppo "Amici dei Balcani Occidentali".

Il documento di discussione è stato avviato dall’Austria, convinta sostenitrice dell’allargamento, che ha già esercitato pressioni per passi simili. Come spiegano fonti diplomatiche a Bruxelles, si tratta di un’agenda in 14 punti che si connette al Piano di crescita per i Balcani Occidentali e nella visione dell’integrazione “graduale e accelerata” in campi specifici dei Paesi sul percorso dell’allargamento Ue. “Invitiamo le istituzioni Ue a presentare un’agenda chiara per un’integrazione graduale e accelerata con fasi di attuazione concrete fino al 2024 e oltre, basata su una condizionalità equa e rigorosa e sul principio dei meriti propri”, si legge nel documento. Il punto di partenza dalla politica estera e di sicurezza è motivato dal fatto che la regione balcanica “è esposta a fattori destabilizzanti”, tra cui vengono citate disinformazione, migrazione, minacce ibride e influenza “maligna” di terzi. Ecco perché “una cooperazione rafforzata ci renderebbe più efficaci nel contrastare la Russia e altre narrazioni dannose”, mentre “un dialogo rafforzato può approfondire la comprensione” delle posizioni reciproche.
I ministri dell’UE sostengono la necessità di “stabilire uno scambio più regolare e strutturato con i nostri partner, seguendo le procedure e le politiche consolidate dell’UE”. Questo includerebbe l’invito ai ministri dei Balcani occidentali a partecipare alle riunioni formali e informali del Consiglio Affari Esteri dell’UE “almeno una volta a semestre” e agli ambasciatori dei Paesi a partecipare alle riunioni informali con le loro controparti del Comitato politico e di sicurezza (CPS) “su argomenti di interesse comune almeno una volta a semestre”. L’allineamento dei Paesi candidati all’UE con la Politica estera e di sicurezza comune (PESC) è uno dei prerequisiti per l’adesione al blocco.
Sul piano della sicurezza vengono chieste simulazioni congiunte sui punti deboli dei sistemi di infrastrutture critiche, visite all’Agenzia Ue per la Cybersecurity (Enisa) per “promuovere il pieno allineamento” con la legislazione comunitaria e consultazioni “prima dei prossimi cicli di negoziati” sulla Convenzione Onu sulla criminalità informatica. Infine materia di difesa serviranno “ulteriori misure di assistenza nell’ambito del Fondo europeo per la pace” (come per esempio lo stoccaggio sicuro di armi e munizioni in Montenegro) e il sostengo alle capacità dei Balcani Occidentali attraverso “corsi su misura” dell’Accademia europea di sicurezza e difesa (Esdc).