Le misure saranno gradualmente rimosse entro fine 2023.

Partanto, motiva l’esecutivo, una proroga di queste misure di emergenza “non sembra necessaria o consigliabile allo stato attuale” e dunque conferma che non proporrà una proroga di queste misure di crisi. Misure entrate in vigore lo scorso ottobre - e in scadenza tra giugno e dicembre di quest’anno ne- l pieno della crisi dei prezzi dell’energia, che secondo la Commissione europea hanno permesso di raccogliere circa 140 miliardi di euro (117 miliardi di euro dai ricavi inframarginali e altri 25 miliardi da un contributo di solidarietà dalle aziende delle fossili) da poter redistribuire ai consumatori, famiglie e imprese, più colpiti dalla crisi dei prezzi.
Parte del motivo della mancata proroga è che la Commissione pensa di intervenire sugli stessi obiettivi attraverso la proposta di riforma del mercato elettrico dell’Ue, avanzata lo scorso 14 marzo. Il rapporto rileva che i prezzi dell’elettricità sono ora scesi a meno di 80 euro per MWh e i prezzi del gas non solo sono diminuiti ma si sono anche stabilizzati, al punto che i picchi dei prezzi dell’elettricità osservati nel corso del 2022 sono considerati “meno probabili nel prossimo inverno”. La Commissione riferisce inoltre che tutti gli Stati membri hanno riferito di aver ampiamente rispettato l’obiettivo vincolante di ridurre il consumo di elettricità del 5% nelle ore di punta, “un passo importante per allentare la pressione sui prezzi.